Cosa non si fa per un pugno di voti? Ma tutto serve, anche la musica rock. È quello che deve aver pensato il leader ultraliberista argentino Javier Milei, che si è scatenato lunedì 6 ottobre con un concerto rock nello stadio Movistar Arena di Buenos Aires. In teoria il pretesto era il lancio del suo nuovo libro “La costruzione di un miracolo: il caso Argentina”, più concretamente un comizio musicale, a meno di tre settimane dalle elezioni legislative di metà mandato. Il tutto in un momento difficile per il governo, con le dimissioni di uno dei suoi principali candidati, José Luis Espert, travolto da un’ondata di accuse che lo collegano al narcotraffico.
Il volume – che ha una motosega sulla copertina, come simbolo della sua austerità fiscale – raccoglie discorsi e dichiarazioni con cui Milei rivendica di aver salvato il Paese, riducendo l’inflazione dal 200% al 33%.
L’allestimento dello show, con tanto di band, è sembrato voler consolidare l’immagine di un capo dello Stato che fonde amministrazione e spettacolo, economia e performance, politica e intrattenimento. Prima di candidarsi, Milei si è distinto sul palco, eseguendo canzoni rock.
Il presidente non nasconde il suo passato musicale e ne riconosce l’influenza sul suo stile di vita e sul suo modo di vestire. Anche l’anno scorso, la presentazione di un altro dei suoi libri, “Capitalismo, socialismo e la trappola neoclassica”, includeva canzoni rock e sue esibizioni sul palcoscenico.
“Non mollate, siamo a metà strada, dobbiamo arrivare dall’altra parte del fiume”, ha urlato Milei rivolgendosi al suo pubblico. “Le riforme strutturali arriveranno dopo il 10 dicembre”, ha aggiunto, citando come esempio le riforme fiscali e del lavoro. “Stiamo andando nella giusta direzione”, ha poi concluso avvolto in una bandiera argentina.
(Video TikTok @elpelucamilei)
