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Piero Pelù: “Si vedono bambini morire di fame sotto le bombe, mentre l’unica frase della premier Meloni è stato quando hanno colpito delle chiese cristiane”

Il rocker a Venezia 2025 per la presentazione del film "Piero Pelù. Rumore dentro"

di F. Q.
Piero Pelù: “Si vedono bambini morire di fame sotto le bombe, mentre l’unica frase della premier Meloni è stato quando hanno colpito delle chiese cristiane”

Piero Pelù nel corso della presentazione del film “Piero Pelù. Rumore dentro“, fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia, è tornato a parlare della situazione di Gaza.

“Dai libri di storia abbiamo letto come sono iniziati e poi degenerati i regimi come fascismo, nazismo, lo stesso comunismo di Stalin in Russia o in altri Paesi. – ha detto – Oggi si vedono bambini morire di fame sotto le bombe, mentre l’unica frase della nostra premier è stato quando hanno colpito delle chiese cristiane. Una discriminazione insopportabile. Noi dobbiamo essere cittadini attivi e rivendico il fatto di essere prima cittadino e poi cantante. E lo dico anche nel documentario, perché io non amo le rockstar che si chiudono nel loro mondo”.

E ancora: “La politica di oggi dimostra nella maggior parte dei casi di non essere più politica ma di essere al servizio delle lobby economiche, è chiaro come anche il governo italiano non sappia opporsi in maniera chiara e netta come hanno fatto i governi spagnolo e belga, ad esempio, contro l’occupazione illegale di Netanyahu e dell’esercito sionista nei territori palestinesi, che va avanti dal 1945. C’è chi sta cercando di riscrivere la storia e noi naturalmente non ci possiamo stare”.

“L’acufene mi ha cambiato molto la vita, – ha poi spiegato Pelù spostando il discorso sul personale – è abbastanza nella mia natura non lasciarmi andare perché nell’immediato ho avuto un periodo molto buio che ho superato grazie all’aiuto degli amici e di una brava dottoressa. Da lì è scaturita la scrittura di un album ‘Deserti’, che è diventata la colonna sonora di questo film”.

“Quando ho accusato il problema ho ricevuto tantissimi messaggi sui social, – ha continuato – ho capito di non essere solo e anche per questo oltre all’album ho pensato a Francesco (Maresco, il regista, ndr), con cui avevo già lavorato per dei videoclip, che potesse scaturire qualcosa. La prima sceneggiatura era fare una festa di morti a casa mia, lui all’inizio era un pò interdetto e da lì ho capito che era la persona giusta e abbiamo fatto un grande lavoro insieme”.

Infine: “Questo incidente ha accentuato in me una consapevolezza diversa della solitudine, in molte scene del film abbiamo sottolineato questi stati d’animo e questo isolamento forzato. Ci sono volutamente luoghi desertici, non a caso questa stori si lega alla scrittura dell’album. Il silenzio, una sorta di isolamento, è stato in certi versi anche forzati per proteggere l’udito. Per fortuna non sto degenerando nella sordità”.

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