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Ultimo aggiornamento: 15:09 del 20 Luglio

Gratteri a La7: “Una parte di Fratelli d’Italia non crede più alla lotta contro le mafie”

Il procuratore della Repubblica di Napoli sferza il partito di Giorgia Meloni e stronca la riforma della Giustizia: "Rallenta i processi e le indagini di mafia"
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Vedo due anime dentro Fratelli d’Italia: una parte è convinta della lotta alle mafie senza se e senza ma. C’è un’altra parte che non somiglia più a Fdi sul piano dei comportamenti e dei contenuti rispetto all’ideologia. Non c’è una linea univoca”. Sono le parole pronunciate nella trasmissione L’aria che tira, su La7, dal procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri, che aggiunge: “Sul piano sostanziale, guardando la riforma della giustizia, anche se non riguarda direttamente i processi di mafia, se zavorri di zeppe e carichi la procedura penale di step sempre più pesanti e farraginosi, è ovvio che rallenti il sistema giudiziario, andando a incidere sui processi e sulle indagini di mafia“.

Il magistrato si pronuncia poi sulla liberazione di Giovanni Brusca, il boss mafioso di San Giuseppe che azionò il telecomando il 23 maggio del 1992 nella strage di Capaci e che ha finito di scontare il suo debito con la giustizia dopo 25 anni di carcere, di cui gli ultimi 4 in libertà vigilata: “La riforma per consentire che un mafioso diventi collaboratore di giustizia è stata fatta proprio per i mafiosi, non per i seminaristi. La legge non prevede il pentimento. Prevede che il collaboratore dica tutto ciò di cui è a conoscenza di rilevanza penale. Quindi – conclude – dopo un percorso, è normale che lui debba uscire dal carcere. Intanto, da 4 anni era semi-libero e nessuno ha detto nulla. Oggi è uscito ed è giusto che ci sia questa legislazione premiale perché noi molti fatti importanti e gravissimi di questo paese non li avremmo scoperti se non ci fossero stati i collaboratori di giustizia”.

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