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“Sei una ragazzina”, padre picchia e insulta il figlio: denunciato per abusi di mezzi di correzione

Il 46enne sarebbe addirittura arrivato a schiacciare la testa del bambino di 9 anni a terra con un piede
“Sei una ragazzina”, padre picchia e insulta il figlio: denunciato per abusi di mezzi di correzione
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Un 46enne di Perugia è finito sotto inchiesta con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, l’uomo avrebbe insultato pesantemente e picchiato il figlio di appena 9 anni in più occasioni. Sarebbe arrivato perfino a schiacciare la testa del bambino a terra con un piede. Il piccolo, vittima delle violenze del padre, è finito anche al pronto soccorso con una prognosi di dieci giorni. Il bimbo sarebbe stato denigrato anche durante momenti di gioco. Ad esempio, per aver calciato male un pallone, si sarebbe sentito chiamare “ragazzina” dal padre.

I fatti contestati si sono verificati nel 2024 e nel capo di imputazione a carico dell’uomo, si legge che il genitore avrebbe colpito il bambino con “schiaffi al viso”, facendolo anche “cadere a terra mettendosi sopra di lui continuando a schiaffeggiarlo” e arrivando a insultarlo solo perché il piccolo non aveva rispettato gli orari imposti dal padre. Nel corso dell’udienza preliminare di fronte al giudice per l’udienza preliminare, Margherita Amodeo, la difesa ha chiesto per l’uomo la messa alla prova.

Il giudice però deve anche valutare quanto ulteriormente testimoniato dalla madre del bambino che, separata dall’uomo, ha ricostruito il clima familiare: “Quando nostro figlio è tornato a casa – si legge nella testimonianza – mi ha raccontato che il papà in vacanza si era arrabbiato perché era uscito nel villaggio ed era rientrato tardi. Il bambino ha proseguito con il racconto spiegando che la sera il padre lo faceva uscire da solo nel villaggio dandogli un orario preciso in cui doveva tornare. La prima sera è rientrato con dieci minuti di ritardo e il padre l’ha messo in punizione tenendolo fuori dalla casetta per un po’ prima di farlo entrare. La sera successiva il bambino ha fatto di nuovo tardi e il padre gli è andato incontro a cercarlo perché dovevano rientrare tutti i villeggianti per la disinfestazione. Come lo ha incrociato lo ha preso per le orecchie e continuando a tenerlo per le orecchie lo ha accompagnato fino alla casetta. La terza sera ha tardato di mezz’ora e il padre lo ha rimproverato per poi afferrarlo per un braccio, fargli fare una specie di piroetta e con uno sgambetto lo ha fatto cadere a terra supino. Una volta a terra gli ha messo un piede sopra la testa schiacciandolo un po’. Al contempo lo insultava con parole del tipo: ‘pezzo di m…, bastardo, figlio di p…, vergognati!'”.

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