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“È morta per overdose di caffeina, ma poteva salvarsi”: si riaccende il caso sulla trentaduenne australiana

Mentre si trovava nel suo appartamento a Melbourne, la ricercatrice universitaria aveva lamentato capogiri, debolezza e confusione e di non riuscire a muoversi

di F. Q.
“È morta per overdose di caffeina, ma poteva salvarsi”: si riaccende il caso sulla trentaduenne australiana

Una richiesta d’aiuto ignorata che si è tramutata in fatalità è tornata virale in seguito ad altri casi di malasanità che si sono verificati nelle ultime settimane in Australia. Una donna di trentadue anni, Christina Lackmann, ha perso la vita in seguito a un’overdose di caffeina il 22 aprile 2021.

Mentre si trovava nel suo appartamento a Melbourne, la ricercatrice universitaria aveva lamentato capogiri, debolezza e confusione e di non riuscire a muoversi in seguito alla massiccia assunzione di caffeina. La Lackmann aveva chiamato i soccorsi in due occasioni, ma il suo caso è stato sempre etichettato come “non urgente”. I paramedici si erano limitati a chiederle di lasciare libera la linea telefonica per poter essere ricontattata.

I soccorsi, intanto, tardavano ad arrivare. Dalle ricostruzioni dei media australiani, due ambulanze sono arrivate all’abitazione della donna dopo ben 14 chiamate senza risposta. Per la trentaduenne, però, era già troppo tardi. Dopo sette ore e undici minuti dalla prima chiamata della ricercatrice, i soccorritori non hanno potuto far altro che constatarne il decesso, avendo trovato Christina Lackmann senza vita nel bagno della propria abitazione.

La denuncia – Il caso è tornato in auge in seguito alle segnalazioni di diversi cittadini che lamentavano l’arrivo tardivo dei soccorsi nonostante le tante sollecitazioni. Il “caso Lackmann” è ancora nella mente di molti in quanto, secondo le testimonianze di quegli anni, la donna sarebbe morta per questione di ore e a causa, anche, dell’intervento dei soccorsi. Il medico specialista in tossicologia clinica e forense Narendra Gunja aveva così dichiarato: “Un’overdose di caffeina può essere fatale in otto ore. Se qualcuno fosse intervenuto prima, probabilmente Christina Lachmann si sarebbe salvata”.

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