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La donna morta a Villa Pamphili è ancora un fantasma: “Stella”, il lavoro da hacker e la nazionalità sconosciuta

Si faceva chiamare "Stella", diceva di esperta informatica e forse veniva dalla Russia, da dove era certamente passata: nessuno sa chi sia davvero né si è fatto vivo per riconoscerla
La donna morta a Villa Pamphili è ancora un fantasma: “Stella”, il lavoro da hacker e la nazionalità sconosciuta
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“Stella”, Stella Ford. Ma Stella Ford non esiste. E poi che lavoro faceva? “Una specie di hacker”, ha raccontato un ex coinquilino. E qual era la sua nazionalità? Non lo so ancora nessuno. La donna morta a Villa Pamphili, a Roma, è ancora un fantasma quando sono ormai passati nove giorni dal ritrovamento del suo cadavere e tre dall’arresto di quello che potrebbe essere suo marito, Rexal Ford il cui vero nome è Francis Kaufmann, nonché il padre assassino di sua figlia. “Stella”, aveva detto di chiamarsi quando è stata identificata a Roma dalla polizia e così si era presentata a un musicista che aveva condiviso la casa con lei e Ford a Malta, quando i due – ormai circa un anno fa – vivevano sull’isola in mezzo al Mediterraneo.

È stato sempre l’ex coinquilino a spiegare in un’intervista a Repubblica che il suo “soprannome era Stella, ma non credo si chiamasse così”. Da dove veniva? Nulla di preciso anche in questo caso: “Mi pare fosse russa, o forse islandese, comunque del Nord Europa. Credo che Rexal non mi abbia mai detto esattamente di dove fosse”. E dalla Russia, hanno accertato gli inquirenti, madre e figlia erano certamente passate. Nebuloso anche il suo lavoro: “So che era molto esperta di informatica. Faceva cose che pochi sanno fare. Non so se fosse un hacker, ma lavorava per una compagnia importante e trattava dati sensibili, su questioni globali. Era una Robin Hood cibernetica. Nemmeno Rexal sapeva cosa facesse”.

Riguardo alla sua identità restano insomma numerosi interrogativi. Neanche i tatuaggi diffusi dalla polizia hanno aiutato a identificarla e, ormai morta da oltre dieci giorni, non c’è nessuno che la cerca. E un pezzo di mistero resta anche attorno a Rexal Ford, che ha usato un nome falso ma girava con un passaporto autentico. L’uomo si chiama in realtà Charles Francis Kaufmann, come comunicato dall’Fbi alla polizia dopo le verifiche nei registri anagrafici degli Usa, dove non risultava un Rexal Ford con i dati del passaporto. L’uomo, arrestato in Grecia e atteso in Italia tra circa una settimana, avrebbe acquisito quella identità nel 2019 e ha chiesto di essere estradato negli Stati Uniti.

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