Ho fatto un esposto ad Agcm: non se ne può più degli aumenti delle assicurazioni!

di Giovanni Muraca
Per far quadrare meglio la situazione, bisogna tirare indietro le lancette dell’orologio al 2020, periodo pandemico. Nella provincia di Varese, dove vivo come molte del Nord, da qualche anno sono spettatore di eventi climatici estremi.
Il periodo è sempre quello: più o meno dal 20 luglio in poi di ogni anno, un lasso di tempo che arriva al 2023. Ogni anno, sempre anticipato da un periodo molto lungo di caldo, arriva il disastro. Nel 2020, alle ore 06:25 circa, il primo: piccole palline ghiacciate caddero sui paesi nell’intorno dell’alto milanese lasciando i primi danni su auto, case e strade. Stessa cosa nel 2022, stesso periodo, stessa situazione. Poi l’anno più devastante: il 2023.
Il 21 luglio, tra le 10:00 e le 10:30, il cielo in molte città lombarde diventò di un nero indescrivibile, sembrava un film dell’orrore. Subito dopo, un vento spirò a una velocità tale da sollevare oggetti ancorati al muro, tegole, alberi. Lo stesso fu seguito dalla caduta di sassi (proprio così) del diametro che variava dai 6 ai 15 cm circa. Cadevano giù come se fossero delle vere e proprie bombe che si riversavano, poi, sul suolo bollente.
Stessa cosa si ripeté il 24 dello stesso mese tra le 20.40 e le 21.00. Paesi devastati, macchine distrutte, case fracassate, pezzi di cose qua e là per le strade. Sembrava di essere su una scena di quegli uragani che hai sempre visto nei film, ma stavolta eri tu il protagonista.
Quando arrivò la conta dei danni, la situazione è diventata inenarrabile. Le compagnie assicurative sono andate in tilt dalle tante denunce ricevute. Se tutto è andato bene, molte persone hanno visto i primi rimborsi dopo un anno e mezzo. Nell’attesa dei periti che, in alcuni casi, si sono presi tutto il tempo immaginabile inventando scuse che non sto qui a elencare, i danni andavano riparati perché, in termini di sicurezza, non era possibile lasciare gli edifici nello stato in cui si trovavano.
Ovviamente tutto quel denaro è stato anticipato di tasca propria dalle famiglie (noi, subito, 20.000 euro sull’unghia), senza contare la mia auto appena comprata e pagata 27.000€ di cui ne riceverò solo 13.000€ come valutazione danni. Stessa cosa avverrà per il tetto e le prime riparazioni di cui le assicurazioni s’inventeranno i migliori cavilli per pagare sempre meno.
Poi arriva il momento in cui devi rinnovare l’assicurazione e… indovinate un po’? Alcune assicurazioni non hanno più la copertura “Eventi naturali”, ma questo è il meno. Per una seconda classe di merito, la copertura “kasko” è aumentata del 1000% (calcolando che nel 2023 – prima del danno- pagavo 1200 euro compreso di tutto – anche di cristalli e oggi 12.300€ in provincia di Varese). Ho voluto verificare la “stranezza” di tutto questo facendo vari preventivi in varie province. Dall’analisi è uscito che, in un’altra provincia del Nord, stessa cosa; in una del sud, 10.000 euro in meno.
Se facciamo due conti basici, finora le imprese assicurative hanno sempre incassato premi senza che succedesse niente. E quei soldi, dove vanno a finire? Gli utili di questi ultimi 5 anni sono stati record mentre gli utenti si sono trovati a dipanare altrettanti scherni creati dalle stesse. Situazione in cui anche l’Ue è coinvolta visto che molte delle compagnie sono straniere e, spesso, sono legati a gruppi bancari.
Ovviamente ho presentato un esposto all’AGCM con la speranza che qualcosa si muova perché non può sempre essere il consumatore finale a perire di tutto. Ma la colpa non è di chi commette questi – per me – scempi, ma di chi gli permette di farlo.
In una situazione economica sempre più precaria in cui siamo schiavi di inflazioni derivanti da scelte non nostre, indipendentemente da chi sia l’organo competente, le istituzioni, anziché pensare a decreti legge inutili, dovrebbero regolare chi esercita questi poteri nel silenzio e, finalmente, mostrare che la politica sia dalla parte dei cittadini: una speranza ormai morta.