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Decapitato e lasciato sull’Autobrennero, svolta dopo 17 anni: è stato il padre-killer di Sontheim

I resti sono infatti quelli di Mustafa Sahin, 20 anni, cittadino tedesco di origini turche, genero di Alfondo Porpora condannato per aver ucciso i compagni della figlia
Decapitato e lasciato sull’Autobrennero, svolta dopo 17 anni: è stato il padre-killer di Sontheim
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Già condannato per due omicidi e ora accusato del terzo. La stampa tedesca riporta la notizia dell’uomo battezzato il ‘padre-killer di Sontheim’. Tre omicidi con la stessa atroce dinamica, strangolando e smembrando la vittima per poi nascondere i resti. Due vittime erano compagni della figlia. Per i delitti sta scontando l’ergastolo in Germania Alfonso Porpora, 61 anni, ma solo ora, a 17 anni di distanza uno dei cold case più clamorosi dell’Alto Adige è stato collegato all’uomo di origini siciliane, ovvero quello del cadavere senza testa, trovato il 21 febbraio 2008 in un cartone lungo l’autostrada del Brennero, nei pressi di Chiusa.

I resti sono infatti quelli di Mustafa Sahin, 20 anni, cittadino tedesco di origini turche, genero di Porpora. Il giovane viveva a Sontheim an der Brenz con la figlia e i due piccoli figli. Come riferisce la stampa tedesca, l’uomo aveva costretto il giovane a sposare la figlia, quando lei rimase incinta, ma non avrebbe mai accettato il genero. Il delitto è avvenuto il 13 febbraio, ma è stato scoperto tanti anni dopo. Il padre aveva infatti costretto la figlia di dire agli inquirenti che Mustafa si era allontanato volontariamente.

Porpora, che non ha mai rivelato il movente, né ha mai ammesso di aver tagliato la testa del genero (mai ritrovata). Una confessione arrivata quando Porpora si trovava già in carcere, a Ellwangen, per altri due omicidi. A questo punto ha riferito di aver caricato il corpo in auto e di averlo abbandonato in Italia, tra Roma e Napoli. In realtà si era sbarazzato del grosso cartone lungo l’autostrada del Brennero, in Alto Adige.

Il secondo delitto è stato invece compiuto nel 2014. La vittima è stata un altro compagno della figlia. Marco, questo il suo nome, è stato portato in garage da Porpora e dai suoi due figli, dove è stato strangolato, come Mustafa. Dopo aver nascosto il cadavere in un congelatore, fu smembrato con una motosega e i resti portati fino in Sicilia e nascosti un bosco nei pressi di Enna. Infine, nel 2018, l’uomo uccise anche il proprietario del garage, che aveva preso in affitto. Prima del delitto Porpora e i due figli l’avevano legato per estorcergli la firma su diversi contratti. I figli stanno scontando 9 e 15 anni di carcere, mentre il padre è stato condannato all’ergastolo.

Solo dopo la confessione in carcere, la polizia del Baden-Württenberg ha capito che il corpo di Sahin poteva essere quello, ancora senza identità, ritrovato anni prima in Alto Adige. A quel punto, ha contattato la Procura e la Squadra mobile della Questura di Bolzano, facendosi inviare le foto del cadavere: è stata la moglie, figlia di Porpora, a riconoscerlo dalle mani e dai vestiti. La comparazione con il Dna dei due figli e dei genitori ha dato la conferma definitiva. La moglie, dopo i traumatici fatti, con fatica si sta ricostruendo una vita.

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