L’elettorato è stanco: le opposizioni denuncino con un’unica voce lo scippo di democrazia

di Blackbird
I referendum dell’8 e 9 giugno hanno dimostrato platealmente che l’elettorato è stanco e sfiduciato. Arrivando al punto di non recarsi alle urne per rivendicare i propri diritti sul lavoro, che sono le fondamenta di una società sana. Ma come siamo arrivati a questo punto?
Forse un punto di partenza potrebbe essere domandarsi se sottrarre poteri ai Parlamenti democraticamente eletti per consegnarli a istituzioni sovranazionali che sfuggono al controllo democratico alla lunga non generi disillusione nei partiti e nella capacità della politica di cambiare lo stato delle cose e di riflesso l’utilità di recarsi alle urne. La sinistra, quella autentica, popolare, dovrebbe intestarsi la battaglia madre, che è quella di riportare dentro il perimetro della politica la gestione dell’economia.
Perché è evidente che una democrazia che non ha il diritto di allocare risorse su pubblici servizi, su politiche attive del lavoro, sullo stato sociale, sulla scuola, lasciando in balìa del libero mercato le persone più fragili, non è democrazia ma solo un gioco delle parti, buono a fomentare qualche tifoso di questo o quello schieramento politico e finisce per sfornare decretini spot contro i rave o i borseggiatori, facendo credere di aver risolto un dramma che è figlio delle disparità sociali di questo sistema economico che premia chi ha già tanto e lascia indietro tutti gli altri.
Il Sì ai cinque quesiti referendari, sostenuti giustamente da una parte dell’opposizione, sono una goccia nel mare, un punto di partenza per ridefinire un campo politico che sia autenticamente progressista ma che dovrebbe parlare con un’unica voce per denunciare lo scippo di democrazia avvenuto nel corso degli ultimi trent’anni ai danni dei lavoratori e dei più deboli.
Non è facile ma è doveroso farlo. Perché quando la democrazia non è partecipata ma è soltanto una scatola vuota arriva il momento in cui il popolo cede alle lusinghe delle parole che violentano la democrazia.