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Le 3 tracce che hanno dato un volto al killer di Villa Pamphili: la tenda, i testimoni e il telefonino

Diversi spunti hanno portato all'identificazione di Rexal Ford, l'americano fermato a Skiatos sei giorni dopo il ritrovamento dei corpi di madre e figlia
Le 3 tracce che hanno dato un volto al killer di Villa Pamphili: la tenda, i testimoni e il telefonino
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Tre tracce, incastrate come tasselli di un puzzle, per risolvere un caso che era parso subito complicato e al quale mancano ancora delle risposte per ottenere il quadro completo. Ma a distanza di sei giorni dal ritrovamento a Villa Pamphili dei cadaveri di una bambina di pochi mesi seguito subito dopo da quello di sua madre, la procura di Roma ha messo un punto alla vicenda: il sospettato ha un volto e un nome. Si chiama Rexal Ford, ha 46 anni ed è un cittadino americano.

Per giorni i due corpi non hanno avuto un’identità, come anche il presunto killer. Poi la diffusione dei tatuaggi, le testimonianze e un documento d’identità, insieme al cellulare di Ford, hanno permesso di chiudere il cerchio attorno al 46enne, che negli Stati Uniti ha precedenti per maltrattamenti.

La prima svolta è arrivata dalle testimonianze. Tutte coincidenti nella descrizione di un uomo di mezza età. Le prime riguardavano l’uomo che trasportava un “fagotto” dentro Villa Pamphili, poi è stata la volta di una giardiniera e quindi di una donna che è stata intercettata da Chi l’ha visto? e ha raccontato di una coppia, con la donna tatuata, che circa un mese litigava in maniera violenta. In quel frangente era intervenuta una volante della polizia.

Quelle circostanze sono state incastrate con un documento d’identità lasciato da un uomo, accompagnato da una donna e da una bambina, a un ente caritatevole per avere accesso a una mensa e all’affitto di una tenda, che era poi stata usata per accamparsi a Villa Pamphili. Le descrizioni coincidevano, come erano simili anche a quelle estrapolate dalle telecamere di sorveglianza di un mercatino dove i tre trascorrevano la giornata.

Con in mano un nome, gli investigatori della Mobile e dello Sco sono risaliti al numero di telefono di Ford e a quel punto il positioning dell’apparecchio ha restituito la localizzazione del sospettato che si era allontanato dall’Italia, direzione Grecia, partendo da Fiumicino l’11 giugno. Venerdì mattina è stato rintracciato dalla polizia ellenica sull’isola di Skiatos. Ora dovrà chiarire al procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e al pubblico ministero Antonio Verdi cosa è accaduto la scorsa settimana prima alla donna e poi alla bambina.

La prima, secondo l’autopsia, non presenta segni di violenza né aveva assunto sostanze stupefacenti. La seconda, diversi giorni dopo, è stata invece uccisa per soffocamento. Al momento, quindi, Ford è accusato di omicidio e di soppressione di cadavere. Ma le imputazioni non è detto che siano quelle definitive.

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