Caso Villa Pamphili, fermato a Skiatos il presunto killer di madre e figlia

Lo ha tradito il telefonino che aveva tenuto sempre con sé, anche dopo essere fuggito in Grecia cercando di camuffarsi tra i turisti dell’isola di Skiatos. Invece a distanza di sei giorni dal ritrovamento dei cadaveri di madre e figlia dentro Villa Pamphili, a Roma, il presunto killer è stato fermato.
Si chiama Rexal Ford, è un cittadino americano e ha 46 anni. L’uomo è accusato dell’omicidio della neonata di circa 6 mesi, soffocata dopo la la morte della madre, le cui cause del decesso e l’eventuale ruolo di Ford sono ancora da chiarire. Possibile quindi che l’accusa, in questo caso, venga derubricata da omicidio alla sola soppressione di cadavere.
Il cerchio attorno a Ford si è stretto rapidamente tra giovedì e venerdì: la Squadra mobile e gli agenti dello Sco, coordinanti dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dal sostituto procuratore Antonio Verdi, sono arrivati alla sua identificazione e al successivo fermo con un’indagine serrata che ha messo insieme diversi pezzi, arrivati da fonti diverse.
La svolta sull’identificazione dei tre – le vittime e il presunto assassino – sarebbe arrivata grazie a una segnalazione al programma tv Chi l’ha visto? di un telespettatore che ha chiamato ricordando che, giorni prima del ritrovamento, aveva visto litigare animatamente una donna e un uomo non lontano dal grande parco vicino al Vaticano.
Una lite accesa e violenta, tanto da spingere alcuni testimoni a chiamare la polizia che era arrivata sul posto con un volante e aveva identificato la donna e l’uomo. A questo si è aggiunto un documento che l’uomo aveva consegnato a un ente caritatevole per farsi prestare una tenda, all’interno della quale i tre dormivano accampati proprio a Villa Pamphili, dove altri diversi testimoni avevano parlato della loro presenza.
La descrizione era sempre la stessa e quel documento ha permesso agli investigatori di incrociarlo con le banche dati arrivando così all’identità di Rexal Ford, alla quale ha collaborato anche l’Fbi. L’uomo non è un nome sconosciuto alla giustizia americana, avendo dei precedenti per maltrattamenti. Una volta ottenute le sue generalità e il recapito telefonico, la Mobile e lo Sco hanno incrociato i dati delle celle telefoniche localizzando il suo smartphone sull’isola di Skiatos. A quel punto, con in mano il nome e il volto, è scattato il blitz: la polizia greca lo ha fermato nella mattinata di venerdì, poche ore dopo che la sua identificazione era diventata pubblica. Ford cercava di passare inosservato tra i villeggianti, ma l’indagine internazionale ha avuto la meglio.