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Ultimo aggiornamento: 17:24 del 10 Giugno

Caccia, l’appello di ricercatori e ornitologi per dire no al ddl Lollobrigida: “Un disastro per animali e ambiente, va fermato”

Undici fra ricercatori, ornitologi, naturalisti, forestali, divulgatori e volontari spiegano il loro no
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Undici fra ricercatori, ornitologi, naturalisti, forestali, divulgatori e volontari per la fauna selvatica spiegano in un video prodotto dal CABS – l’associazione che si occupa di lotta al bracconaggio – il perché del loro netto no alla proposta di modifica della legge che regola la caccia avanzata dal ministro Francesco Lollobrigida e pubblicata in esclusiva da ilFattoQuotidiano.it. “La caccia è un privilegio concesso a una minoranza di cittadini, che andrebbe normato strettamente perché non arrechi danni troppo ingenti alla fauna selvatica, ora lo si vuol fare passare come un diritto che avrebbe la precedenza anche sulla tutela della natura – spiega Loris Lanzanova, attivista per gli animali – È vero, la legge 157 andrebbe aggiornata, ma non nel senso in cui pensa Lollobrigida, guarda caso cacciatore anch’egli. Bisogna espungere dalle specie cacciabili quelle che sono in declino, eliminare il piombo dalle cartucce, invece qui non si dà nessuna risposta all’ambiente e si va solo a eliminare i pochi vincoli rimasti per i cacciatori: caccia con la neve, di notte, a febbraio (ma di fatto, col trucco delle aziende venatorie, tutto l’anno), nelle aree demaniali, riduzione delle aree protette. Tutto a beneficio dei cacciatori, una lobby ingorda, arrogante e ipocrita, col Ministro in pieno conflitto di interessi”.

Anna Giordano, storica combattente contro il bracconaggio ai falchi sullo Stretto di Messina ed Emanuele Biggi, naturalista e noto presentatore di Geo&Geo, ricordano l’importanza di tutelare i valichi montani, valichi che nonostante la legge lo prescrivesse dal 1992 non sono mai stati messi sotto protezione e ora che finalmente i giudici hanno ordinato a Lombardia e Veneto di istituire i divieti di caccia sulle “autostrade degli uccelli”, il governo interviene a gamba tesa a eliminare la norma. Non mancano interventi a favore di ISPRA, l’istituto scientifico “troppo indipendente” che i cacciatori hanno da sempre voluto (e sono praticamente riusciti a) mettere sotto il loro controllo e l’ironia di Barbascura X, divulgatore naturalista, che ricorda come invece che occuparsi di aumentare le sanzioni per il bracconaggio, gelate da 32 anni, il governo si occupi di punire con un nuovo reato chi protesta contro la caccia. “È la cifra distintiva del governo attuale – concludono dal CABS – silenziare la scienza, punire il dissenso, regalare i beni comuni alle lobby più potenti e infierire sui più deboli, in questo caso gli animali selvatici. Non possiamo permetterglielo”.

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