La bimba di 6 mesi e la donna nel sacco a Villa Pamphili: il caso dei due cadaveri nel parco di Roma

Il primo allarme scatta nel primo pomeriggio, mentre nel parco in tanti fanno jogging, giocano a pallavolo o prendono il sole distesi sui prati. “C’è il corpo di una bambina, correte”. Ma la piccola è già morta, non c’è nulla da fare per i soccorritori che arrivano in via Vittoria Nenni, dentro Villa Pamphili a Roma. Ha sei mesi, forse poco più e un segno da trauma su un braccio. Sul posto piombano la Squadra Mobile della polizia, il pubblico ministero Antonio Verdi, la Scientifica. Scattano le indagini. Il grande parco viene sconvolto dal ritrovamento. È, purtroppo, solo l’inizio.
Mentre i rilievi sono ancora in corso, una ragazza si avvicina agli agenti: “Venite, c’è il cadavere di una donna”. Stava giocando a pallavolo con le amiche quando il pallone è rotolato vicino a un cespuglio di oleandri e, imboscato tra gli arbusti, ha notato un sacco nero dal quale spunta un braccio insanguinato. Sono le 20 circa quando investigatori e magistrati si ritrovano a fare i conti con quello che sembra un duplice femminicidio.
Il collegamento tra le due scoperte è stato facile da immaginare ma solo domenica mattina si è avuta la certezza: sono mamma e figlia. La donna è originaria dell’Est e avrebbe tra i 30 e i 40 anni: è stata ammazzata e nascosta alla bene e meglio con un telo di plastica nero. L’ispezione cadaverica ha lasciato subito pensare che sia stata uccisa prima della bambina: il corpo è in avanzato stato di decomposizione. Ma il processo, con il caldo di questi giorni nella Capitale, potrebbe anche stato accelerato dal telo dal quale era coperta.
Le certezze, al momento, finiscono qui. Si sa solo che la donna e la piccola sono note in zona e qualcuno avrebbe segnalato la loro scomparsa. E allora la polizia dovrà lavorare a ritroso: l’attenzione si sta concentrando su un uomo dell’Est che avrebbe un legame con le due. Molto è affidato alle telecamere di videosorveglianza, poche, presenti in zona. Si cerca qualcuno che è entrato a Villa Pamphili con un sacco nero dalla vicina via Leone XIII. Ma quando? E, poi, è andata proprio così oppure il duplice femminicidio è avvenuto all’interno? La zona è molto frequentata – si ragiona in ambienti investigativi – e sarebbe assai complicato non essere notati mentre si trasportano due cadaveri.
L’autopsia verrà svolta martedì e il pubblico ministero ha disposto anche l’esame del Dna per accertare definitivamente il legame di parentela. Quando sono state ammazzate? Non molto tempo prima del ritrovamento, si ipotizza, perché Villa Pamphili è molto frequentata ed è difficile immaginare che i cadaveri siano rimasti lì molti giorni prima di essere notati dai passanti. Sempre che le due vittime non siano state aggredite altrove e, solo in un secondo momento, i loro corpi trasportati dentro la gande area verde non distante dal Vaticano. Le verifiche sono solo all’inizio. Domenica, tra runner e famiglie, gli investigatori sono tornati al lavoro per iniziare a risolvere l’ultimo femminicidio.