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Ucraina, Zelensky: “Dagli Usa aspettavamo 20mila missili anti-drone. Trump li ha dirottati in Medio Oriente”

Il 5 giugno, il Wall Street Journal aveva riferito della decisione dell’amministrazione Trump di reindirizzare la tecnologia anti-drone alle unità dell’Aeronautica statunitense in Medio Oriente.
Ucraina, Zelensky: “Dagli Usa aspettavamo 20mila missili anti-drone. Trump li ha dirottati in Medio Oriente”
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“L’Ucraina avrebbe dovuto ricevere 20mila missili per combattere i droni russi ma l’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump ha deciso di trasferirli in Medio Oriente”. Lo ha affermato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un’intervista alla Abc riportata da Rbc-Ukraine, precisando che la fornitura era stata concordata con l’allora segretario alla Difesa statunitense dell’amministrazione Biden, Lloyd Austin. Il 5 giugno, il Wall Street Journal aveva riferito della decisione dell’amministrazione Trump di reindirizzare la tecnologia anti-drone alle unità dell’Aeronautica statunitense in Medio Oriente. Zelensky conferma: “Stamattina il mio ministro della Difesa mi ha detto che gli Stati Uniti li hanno trasferiti in Medio Oriente – ha detto il presidente ucraino -. Era poco costoso, ma si trattava di una tecnologia speciale”. I droni sono stati protagonisti anche negli ultimi giorni di conflitto, con Mosca che ha annunciato nuove offensive e Kiev subito a smentire. Mentre vengono rinviati anche lo scambio di prigionieri e quello dei caduti sui quali è stato raggiunto un accordo ai negoziati di Istanbul. “Con tutto il rispetto per il presidente Trump – ha aggiunto Zelensky -, sono fermamente convinto che nella mente di Putin sia impossibile porre fine a questa guerra senza la sconfitta totale dell’Ucraina”

“Chi non vuole riconoscere la realtà della guerra nei negoziati ne troverà di nuove sul campo. Le nostre Forze Armate hanno lanciato un’offensiva nella regione di Dnepropetrovsk. La disinfezione contro i parassiti continua”. Lo ha scritto su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev. La Tass aveva riferito l’annuncio del il ministero della Difesa russo: “Una divisione corazzata del gruppo Centro ha raggiunto il confine occidentale dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk e sta sviluppando un’offensiva nel territorio della regione di Dnepropetrovsk”. Nulla di vero, ribatte Kiev. Il portavoce dello Stato maggiore ucraino, Andriy Kovalev, ha respinto come falso l’annuncio di Mosca di un’offensiva nella regione di Dnipropetrovsk. “Questa informazione non è vera. I combattimenti continuano nella regione di Donetsk” e l’annuncio “è disinformazione russa”, ha affermato citato dai media ucraini. “Il nemico non è entrato nella regione di Dnipropetrovsk”. Nel frattempo, le Forze di difesa dell’Ucraina meridionale hanno detto che “il nemico non abbandona i suoi propositi di entrare nella regione di Dnipropetrovsk, ma i nostri combattenti mantengono la loro linea del fronte, sventando i piani dell’occupante”.

Intanto l’Ucraina ha dichiarato che lo scambio programmato con la Russia di soldati catturati inizierà “la prossima settimana”, dopo che entrambe le parti si sono accusate a vicenda di aver cercato di ostacolare e ritardare lo scambio. “L’inizio delle attività di rimpatrio sulla base dei risultati dei negoziati di Istanbul è previsto per la prossima settimana”, ha affermato sui social il capo dell’intelligence di difesa ucraina Kyrylo Budanov. “Tutto sta procedendo secondo i piani, nonostante il gioco sporco dell’informazione del nemico”, ha riferito. Il 2 giugno, Ucraina e Russia hanno concordato un nuovo scambio di prigionieri di guerra. Hanno anche accettato di restituire a vicenda i corpi dei soldati uccisi, anche questo ipotizzato per la settimana prossima, ha dichiarato il Tenente Generale Alexander Zorin, in rappresentanza del gruppo negoziale russo, che ha accusato gli ucraini di ritardare lo scambio dei caduti sostenendo che Mosca attende la conferma del rinvio da Kiev. “Siamo pronti a restituire oltre seimila salme in gruppi tramite trasporto su strada e su rotaia”, ha detto, ribadendo che Mosca ha appena portato il primo gruppo di caduti da scambiare – 1.212 salme – nel luogo designato per lo scambio.

Almeno 12 civili sono stati uccisi e altri 65 sono rimasti feriti negli attacchi russi delle ultime 24 ore, hanno riferito i funzionari regionali. Secondo l’aeronautica militare di Kiev, le forze russe hanno lanciato 49 droni durante la notte, tra cui Shahed di progettazione iraniana, insieme a un missile antinave Onyx e due missili aviolanciati guidati X-59/69. Le difese aeree hanno intercettato 40 droni, mentre altri 18 sono scomparsi dai radar: probabilmente si trattava di esche destinate a sopraffare i sistemi ucraini. Sono stati segnalati attacchi in almeno cinque regioni. In Russia, i due principali aeroporti di Mosca, Vnukovo e Domodedovo, hanno temporaneamente sospeso le operazioni nelle prime ore di domenica 8 giugno a causa di un’ondata di attacchi di droni ucraini diretti alla capitale e alle regioni circostanti. A riferirlo è stato il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin su Telegram, aggiungendo che le unità di difesa aerea hanno iniziato a intercettare i droni diretti a Mosca poco dopo le 4 del mattino, a ondate separate: dieci i droni abbattuti. “Purtroppo, una donna di 75 anni è rimasta ferita: è stata ricoverata in ospedale con una ferita e sta ricevendo tutte le cure mediche necessarie”, ha scritto sul suo canale Telegram il governatore di Mosca, Andrei Vorobyov.

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