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Musk rimuove i post su X con le accuse a Trump sul caso Epstein e i documenti censurati

Giovedì il patron di Tesla aveva scritto: "È arrivato il momento di far esplodere la vera bomba". Ora invece ha cancellato ogni riferimento alla vicenda
Musk rimuove i post su X con le accuse a Trump sul caso Epstein e i documenti censurati
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Elon Musk ha rimosso da X il controverso post in cui, durante il litigio attraverso video e social con Donald Trump, ha collegato il presidente Usa al caso di Jeffrey Epstein, il finanziere deceduto nel 2019 mentre era in custodia in un carcere di New York, dove era detenuto con l’accusa di aver sfruttato sessualmente numerose minorenni. Dopo aver annunciato la nascita di un nuovo partito politico, Musk sembra quindi voler raffreddare gli animi. Ma la mossa può far parte anche della “guerra fredda” in corso tra i due miliardari: Trump, ad esempio, minaccia di rivedere i contratti tra il governo Usa e le aziende del suo ex alleato, tra cui SpaceX. Allo stesso modo il patron di Tesla, che era stato messo a capo del Doge, potrebbe aver raccolto diverse file sensibili.

“È arrivato il momento di far esplodere la vera bomba: Trump è negli Epstein files, questa è la vera ragione per cui non sono stati pubblicati”, si leggeva nel post pubblicato giovedì da Musk, in cui si faceva riferimento alle migliaia di documenti, video ed altre materiale raccolto dagli inquirenti a carico di Epstein. Poco dopo il miliardario aveva ribadito l’accusa, affermando, in un altro post che “la verità sarebbe venuta fuori”. Ma domenica mattina entrambi i tweet sono stati cancellati. Il movimento Maga (Make America Great Again) ha chiesto la pubblicazione per smascherare le figure pubbliche coinvolte nei viaggi che Epstein organizzava nella sua villa nelle Virgin Islands con feste a cui partecipavano ragazze minorenni, puntando il dito in particolare contro esponenti democratici e celebrità di Hollywood.

Trump conosceva ed ha avuto occasione di incontrare Epstein ma ha negato di essere mai andato a Little Saint James. Quello che insinua (o insinuava) Musk è che il dipartimento guidato dalla fedelissima del presidente Pam Bondi avrebbe insabbiato i documenti compromettenti degli Epstein files – diffusi con parti oscurate a febbraio. Il tycoon compariva nell’agenda di Epstein, quindi tra i suoi numeri di telefono, ma al momento non c’è traccia del suo nome né nella lista clienti – che non è stata resa pubblica-, né sul registro di volo del Lolita Express in direzione delle Isole Vergini. I file – che sono solo i primi a essere ufficialmente resi noti – riportavano solo i contatti della vasta rete di Epstein: da Mick Jagger a Naomi Campbell, passando per l’attore Alec Baldwin e Micheal Jackson. Ma anche Ethel Kennedy, la madre del ministro della sanità Robert F. Kennedy Jr, e l’ex governatore di New York Andrew Cuomo. Tutti nomi celebri già precedentemente resi noti nel corso del lungo processo a Ghislaine Maxwell, la complice dell’ex finanziere.

Nelle 95 pagine di contatti ci sono varie liste. Una contrassegnata con ‘Citrix’ riporta il nome Trump. Nella rubrica generale invece ci sono i contatti di Ivana e Ivanka Trump. Il nome del presidente americano compare anche nel registro dell’aereo di Epstein, il famoso ‘Lolita Express’. Il presidente volò sul velivolo insieme l’11 ottobre 1993 e poi ancora il 15 maggior del 1994 con l’allora moglie Marla Maples, la figlia Tiffany e la babysitter: prima da Palm Beach all’aeroporto Reagan di Washington e poi da Washington allo scalo di Teteboro, in New Jersey. I contatti fra Epstein e Trump erano noti da tempo ed erano già emerse anche delle foto che li immortalavano insieme. La pubblicazione degli ‘Epstein Files – Part I’ è stata accompagnata da molte polemiche e delusione: chi si attendeva rivelazioni choc è rimasto a bocca asciutta. I file non contenevano praticamente nulla che non fosse già emerso negli anni. A complicare le cose è il fatto che i documenti siano stati accessibili a un gruppo di influencer di destra prima di venire pubblicati.

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