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Stragi del ’93, i familiari delle vittime: “Potenziare il pool della Procura di Firenze. Non vanificare anni di lavoro”

Dopo il trasferimento di Tescaroli e il pensionamento di Turco, le associazione chiedono l'applicazione a Firenze di magistrati della Procura nazionale Antimafia
Stragi del ’93, i familiari delle vittime: “Potenziare il pool della Procura di Firenze. Non vanificare anni di lavoro”
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“Non possiamo consentire che, per carenza di organico o in assenza di una memoria storica dei fatti, anni di lavoro possano essere vanificati aprendo la strada a facili archiviazioni“. Il Coordinamento nazionale di Associazioni e familiari di vittime di stragi e attentati rilancia così l’appello dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili che si è rivolta alla Procura nazionale antimafia e al presidente della Repubblica (nella sua qualità di presidente del Csm) per chiedere il potenziamento del pool della Procura di Firenze con l’applicazione di magistrati con specifiche esperienze e competenze professionali antimafia.

Una procura – competente non solo per la strage fiorentina ma anche per tutte le altre stragi del 1993 oltre alla strage del Rapido 904 – che ha visto negli ultimi mesi l’uscita degli aggiunti Luca Tescaroli e Luca Turco: il primo guida ora la procura di Prato, mentre il secondo è andato in pensione. Un ufficio che, pertanto, è venuto a perdere “quei magistrati che sono stati un punto di riferimento imprescindibile per lo sviluppo delle indagini”, ha evidenziato l’associazione delle vittime di via dei Georgofili in occasione della commemorazione della strage, il 27 maggio scorso. Per le bombe a Firenze, Milano e Roma sono indagati Marcello Dell’Utri, che ha già scontato una condanna a sette anni per concorso esterno alla mafia, e l’ex generale del Ros dei carabinieri Mario Mori, assolto al processo sulla cosiddetta Trattativa tra pezzi dello Stato e la mafia. Era indagato fino al giorno della sua morte anche Silvio Berlusconi.

Per questo la stessa associazione ha ritenuto “necessario e quanto mai urgente”, formalizzare una richiesta indirizzata alla Procura nazionale antimafia, alla Procura di Firenze e al presidente della Repubblica: “Affinché non venga vanificato il prezioso lavoro svolto per anni dai vari titolari delle inchieste – riporta testualmente la lettera dell’associazione di via dei Georgofili – si chiede a codeste spettabili istituzioni di voler provvedere al rafforzamento del pool incaricato di dette indagini, anche ricorrendo, da parte della Procura nazionale Antimafia, alla applicazione di propri magistrati, in supporto e a beneficio della Procura di Firenze”. Vengono anche citati i casi di applicazione, nel passato, dei magistrati Pietro Grasso e Gabriele Chelazzi.

Un appello condiviso anche dal Coordinamento nazionale delle associazioni e familiari di vittime di stragi e attentati: “Non possiamo che fare nostro il senso di allarme e preoccupazione espresso nella lettera sostenendo, con determinazione, la necessità che la richiesta contenuta possa essere accolta”, si legge in una nota. “Alla luce delle sempre più evidenti connessioni tra le varie stragi, che rendono ancora più complesse le indagini, sussistendo specifiche e contingenti esigenze investigative e processuali riteniamo fondamentale l’applicazione di magistrati con specifiche esperienze e competenze professionali”, concludono.

Oltre a Tescaroli e Turco, lascerà la procura di Firenze anche il procuratore della Repubblica Filippo Spiezia che ha chiesto, dopo un anno e tre mesi, di tornare a Eurojust. Nel mese di dicembre scorso delle sue dichiarazioni avevano provocato la reazione proprio dei famigliari delle vittime dei Georgofili: “Le inchieste sulle stragi di mafia ancora aperte saranno chiuse nel 2025“, aveva detto il capo dell’ufficio inquirente toscano, incontrando i giornalisti per i tradizionali auguri di Natale. “Non sia atto burocratico, la procura ci spieghi”, aveva duramente replicato Luigi Dainelli, presidente dell’associazione che riunisce i parenti delle persone morte il 27 maggio del 1993.

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