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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 10:02 del 29 Maggio

“Meloni si vergogni”, protesta degli attivisti per la pace a Genova: avvolti in lenzuola bianche come le vittime a Gaza

Si sono avvolti in lenzuoli bianchi, a riprodurre i sudari che coprono i corpi delle vittime in Palestina
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Si sono avvolti in lenzuoli bianchi, a riprodurre i sudari che coprono i corpi delle vittime delle stragi che ogni giorno si susseguono in Palestina per mano dell’esercito stragista di Benjamin Netanyahu. “Non ne possiamo più di vedere bambini ridotti a pelle e ossa e uccisi – spiegano gli attivisti – Giorgia Meloni e il suo governo si dovrebbero vergognare per non aver ancora condannato pubblicamente i crimini di guerra del governo israeliano”.

Come in altre città d’Italia, a partire da queste istanze un centinaio di persone si sono ritrovate a Genova, sotto il palazzo della Regione, per “sensibilizzare anche le istituzioni locali a prendere posizione – spiegano – manifestare la nostra solidarietà con le vittime e testimoniare la nostra indignazione verso un governo che continua a vantare l’amicizia con il primo ministro di Israele”.

In piazza gli storici nonviolenti dell’Ora in silenzio per la pace, Genova che Osa, gli attivisti climatici di Ultima Generazione e l’Associazione culturale Liguria-Palestina. Sdraiati a terra, coperti da lenzuoli macchiati di rosso, hanno rappresentato i cadaveri di Gaza.

“Siamo qui a rappresentare quello che accade in questo momento a Gaza, lo facciamo con delicatezza e con rispetto”, dice Norma Bertullacelli. Franco Camandona, referente della rete Sanitari per Gaza, chiarisce perché ritiene che quanto stia accadendo rientra perfettamente nella definizione di genocidio, soffermandosi su un dettaglio dei crimini di guerra in corso: “Le uccisioni di bambini non sono effetti collaterali, ma obiettivi colpiti deliberatamente, in quanto rappresentano il futuro della popolazione palestinese”.

A denunciare l’“intenzione di genocidio” dietro il collasso del sistema sanitario di Gaza era stata già lo scorso anno la dottoressa Paola Manduca, insieme ad altri medici e ricercatori internazionali. Manduca, scomparsa lo scorso aprile, ha dedicato la sua vita a studiare l’impatto dei bombardamenti e dell’assedio sulla salute di bambini e neonati nella Striscia.

“Sono nato e cresciuto a Betlemme – racconta Karim Hamarneh dell’associazione Liguria-Palestina – vedendo cosa sta succedendo ai nostri fratelli di Gaza credo sia il minimo indispensabile manifestare la nostra solidarietà e sensibilizzare la gente. Perché purtroppo l’Europa, e l’Italia in particolare, non fanno niente per fermare il genocidio. Anzi, continuano a vendere armi”.

Nel volantino distribuito dai pacifisti (alla loro 1.200esima ora di presenza settimanale in piazza) si legge: “Negli ultimi due anni Israele ha massacrato oltre 50.000 palestinesi. I superstiti aspettano di vedere se saranno fatti a pezzi da una bomba o sepolti dalle macerie del rifugio nel quale vivono, oppure bruciati vivi. I feriti sanno che negli ospedali saranno curati senza anestetici e che verrà data la precedenza a chi ha maggiori possibilità di sopravvivere. Tutti hanno sete, fame. E tonnellate di aiuti sono fermi ai valichi che Israele ha sigillato. Chiediamo che l’Italia rompa le relazioni diplomatiche con Israele, riconosca lo Stato di Palestina e invitiamo a boicottare i prodotti israeliani e a prestare il dissenso in qualunque maniera sia possibile”.

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