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Ilva, l’inferno di fiamme e la fuga degli operai: l’incendio nell’altoforno ripreso dalle telecamere interne

I video esclusivi mostrano la fuga degli operai appena prima che l'incendio devastasse l'impianto. Un incidente che ha coinvolto diversi lavoratori
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Un inferno di fiamme e lava, gli operai in fuga appena un attimo prima di essere travolti dall’incendio che ha devastato l’altoforno 1 dell’Ilva di Taranto. A distanza di quasi due settimane dall’incidente che ha portato al sequestro senza facoltà d’uso dell’impianto, La Gazzetta del Mezzogiorno ha diffuso in esclusiva i filmati delle telecamere interne che riprendono cosa è accaduto nell’impianto alle 11.30 di mercoledì 7 maggio. Sono immagini choc che raccontano i rischi corsi dai lavoratori presenti. Basti pensare che con il passare dei minuti la temperatura è salita così tanto da mandare in tilt alcune camere del circuito interno.

La pubblicazione è avvenuta nelle stesse ore in cui il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso è riuscito ad affermare a Repubblica: “Un incidente che non ha coinvolto dipendenti e che sarebbe stato facilmente risolto in poche ore”, se non fosse arrivato l’intervento della magistratura. Vale la pena ricordare che 5 operai hanno fatto ricorso alle cure dell’infermeria dell’Ilva per lievi ustioni, escoriazioni e contusioni e che i vigili del fuoco hanno impiegato sei ore per estinguere l’incendio.

Il video che Ilfattoquotidiano.it pubblica per gentile concessione de La Gazzetta del Mezzogiorno racconta un’altra storia. L’esatto contrario di un’altra azzardata uscita del ministro di qualche giorno fa: “C’è stato un incidente, come spesso può capitare, in uno degli altoforni della siderurgia di Taranto…”, aveva detto a margine di un evento a Fabriano il 15 maggio. Dopo la pubblicazione da parte de Ilfattoquotidiano.it di quelle affermazioni, solo il capogruppo di Avs e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, era intervenuto chiedendosi: “Per il ministro è normale routine vedere esplodere un altoforno. Ma che vergogna, perché non si dimette?”.

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