Fine vita, il grande flop della destra: il testo promesso non c’è. Bazoli (Pd): “Vergogna, prendono in giro le persone che soffrono”

La triste danza degli annunci e delle promesse per una legge sul fine vita si conclude ancora una volta in una magra figura del lavoro parlamentare. Mentre il governo Meloni impugnava l’unica legge esistente, in Toscana, la stessa maggioranza di centrodestra aveva promesso un testo per far ripartire il dibattito alle Camere. Invece dopo una settimana è finita come sempre: nella incredibile incapacità di mettere giù un testo, qualunque sia. I relatori al disegno di legge – Pierantonio Zanettin di Forza Italia e Ignazio Zullo di Fratelli d’Italia – hanno rinunciato a presentare il testo unificato, al contrario di quanto annunciato la scorsa settimana. Una decisione che ha causato uno scontro nel cosiddetto Comitato ristretto della commissione Affari Sociali del Senato. “La maggioranza è spaccata, non vogliono entrare nel merito di nessuna questione. Cercano solo di perdere tempo e quindi cosa ci stiamo a fare qui? A farci prendere in giro?”, dice il senatore del Pd Alfredo Bazoli abbandonando i lavori. E’ uscita anche Ilaria Cucchi di Verdi-Sinistra: “Abbiamo abbandonato i lavori perché la destra sta prendendo in giro il Parlamento”.
“Al momento non c’è una condivisione, pertanto andiamo avanti con i lavori e vediamo” racconta Zanettin. Anche perché “nelle more è stato presentato un altro disegno di legge sul tema da parte della senatrice Maria Stella Gelmini” e “credo che verrà abbinato” a quelli già all’attenzione della commissione. Il rischio, comunque, si osserva tra i commissari, è che si arrivi in Aula “a metà luglio (data fissata dal calendario dei lavori deciso dalla conferenza dei apigruppo e votato dall’Assemblea di Palazzo Madama con la contrarietà delle opposizioni) con il testo che ha come primo firmatario Alfredo Bazoli (Pd) e che “questo venga poi bocciato” dalla maggioranza.
Per Bazoli “è una vergogna“: “Sono 5 mesi – continua – che c’è questo Comitato ristretto e l’unica cosa che sono riusciti a fare è perdere tempo perché la maggioranza è divisa e non è in grado di trovare un compromesso. E’ intollerabile”. “Sono 5 mesi che ci stanno prendendo in giro – spiega Bazoli – quindi sono uscito, ho abbandonato i lavori perché mi sento preso in giro“. “Io – aggiunge – avevo proposto di tornare in Commissione. Che senso ha continuare con questo Comitato ristretto? Ci sono dei testi presentati. C’é il mio testo sul quale sono state raccolte le firme di un terzo dei senatori e che deve andare in Aula con la corsia preferenziale. Presentino i loro emendamenti a quel testo”, ma “basta andare avanti così”. “Quali sono i nodi? – continua rispondendo alle domande dei cronisti – ma loro non vogliono neanche entrare nel merito. Come si fa a parlare di nodi se non c’è una soluzione proposta?”. “Noi siamo legislatori, non filosofi. Non stiamo qui a parlare del sesso degli angeli. Dobbiamo lavorare su questioni concrete. Vuoi parlare delle cure palliative? Bene, proponi un testo che affronti quella questione in rapporto al suicidio assistito e su questo discutiamo. Altrimenti continuiamo a discutere del nulla”. “Sono 5 mesi – osserva Bazoli – che ci stanno parlando del nulla. Questa è una presa in giro, non solo dell’opposizione o del Parlamento, ma delle persone che stanno attendendo la legge da anni, da quando la Corte Costituzionale ha detto al legislatore di intervenire, cioè dal 2019. E’ la presa in giro di queste persone che stanno soffrendo”. “E poi la maggioranza si arrabbia se le Regioni legiferano per conto loro? Ma si vergognassero invece di arrabbiarsi – conclude Bazoli -. Non sono in grado di produrre nulla”.
Alle proteste si aggiunge il M5s: “La destra – scrive in una nota Alessandra Maiorino, vicecapogruppo al Senato – continua a mostrare il suo volto peggiore. Non solo resta indifferente davanti al dolore di persone che chiedono solo il diritto di smettere di soffrire. Non solo è sorda alle sollecitazioni della Corte Costituzionale, che da anni chiede alla politica di agire per dare una legge al Paese. Non si accontenta di mettere il bastone tra le ruote a quelle Regioni che, con grande sensibilità, vogliono fare un passo avanti di civiltà. Oggi si produce nell’ennesimo colpo basso“. “Questa becera destra – continua Maiorino – continua ad aggrapparsi a una ideologia retrograda per non dare risposte, per tenere il Paese nell’oscurantismo. La verità è che Meloni e i suoi preferiscono prendere in giro il Parlamento e rifilare l’ennesimo, dolorosissimo schiaffo a chi soffre”.