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Ultimo aggiornamento: 16:27 del 20 Maggio

Appalti, l’allarme dell’Anticorruzione: “Troppi affidamenti diretti a ridosso della nuova soglia. Dietro anche infiltrazioni criminali”

Per il presidente dell'Anac Busia risultano anche "numerosi casi di frazionamenti artificiosi degli appalti, finalizzati a mantenere gli importi al di sotto delle soglie di legge"
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Secondo il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, negli appalti pubblici “continuano ad esserci troppi affidamenti diretti”. Talmente tanti, ha spiegato nella Relazione annuale al Parlamento dell’attività svolta dall’Autorità Anticorruzione nel 2024, che “l’incidenza numerica, sul totale delle acquisizioni di servizi e forniture del 2024, è risultata essere di circa il 98%”.

Secondo Busia, “preoccupa soprattutto il crescente addensamento degli affidamenti non concorrenziali tra i 135.000 e i 140.000 euro”, cioè a ridosso della nuova soglia di legge introdotta dal nuovo codice degli appalti“. Un numero “più che triplicato rispetto al 2021, quando il valore-limite era di 75.000 euro”.

Per il presidente dell’Anac risultano anche “numerosi casi di frazionamenti artificiosi degli appalti, finalizzati a mantenere gli importi al di sotto delle soglie di legge e, spesso, anche ad eludere l’obbligo di qualificazione delle stazioni appaltanti”. Un comportamento “opportunistico” secondo Busia, dietro al quale si nascondono “sprechi irragionevoli e purtroppo qualche volta anche infiltrazioni criminali e mafiose”. Per Busia bisogna ribadire che “nei contratti pubblici non basta fare in fretta ma occorre anche fare in fretta”. “Specie in alcuni contesti, gli amministratori onesti si trovano più esposti a pressioni indebite, non potendo più opporre l’esigenza di dover almeno aprire un qualche confronto competitivo con altri operatori economici, al di sotto dei 140.000 euro”, conclude Busia.

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