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Funivia del Faito, 25 indagati per l’incidente: anche il presidente di Eav e tecnici di Ansfisa

Nell'inchiesta sul crollo della cabina che causò 4 morti coinvolte anche le ditte della manutenzione. In 14 accusati di falso: "Dissero che non c'erano criticità, così riaprì al pubblico"
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Sale di livello l’inchiesta per il disastro della funivia del Faito, l’incidente nel quale il 17 aprile sono morte 4 persone. E sale anche il numero degli indagati: ora sono 25. Tra loro ci sono anche il presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio, i vertici della stessa azienda, due ingegneri dell’Ansfisa, l’agenzia ministeriale preposta ai controlli, e diversi responsabili delle aziende che hanno effettuato rifacimenti e manutenzioni sull’impianto.

I pubblici ministeri Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio della procura di Torre Annunziata, guidata da Nunzio Fragliasso, ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e disastro colposo, oltre al reato di falso per 14 persone. Per gli inquirenti ci furono “condotte omissive” in relazione “alle attività di progettazione, manutenzione, controllo verifica, vigilanza, ispezione”. Non solo: ai 14 è contestato il falso per aver “attestato l’assenza di criticità o comunque di problematiche” della funivia, “consentendone la riapertura al pubblico il 10 aprile 2025 e il prosieguo delle attività”. Fino a oggi gli indagati erano 4. La lista di persone nel mirino di investigatori e inquirenti si è allargata in vista del conferimento dell’incarico a un consulente tecnico per accertare le cause della rottura della fune traente e il conseguente sgancio di una delle due cabine.

Oltre a De Gregorio, come già noto, sono indagati il direttore operativo Pasquale Sposito, il caposervizio Pasquale Di Pace, il direttore di esercizio Marco Imparato e il dirigente infrastrutture Giancarlo Gattuso. Con loro anche 11 dipendenti – Massimo Amitrano, Alfredo Ciliberti, Salvatore Cirillo, Aniello Colucci, Giovanni De Simone, Domenico Donnarumma, Giuseppe Esposito, Luca Fontana, Antonio Gargiulo, Enrico Mirolla, Giovanni Pisacane – che si occupavano di verifiche e prove periodiche sulla funivia. Nell’elenco anche due ingegneri dell’Ansfisa – Francesco Esposito e Pasquale Gravina – che presero parte all’ispezione annuale tra fine marzo e inizio aprile.

Ci sono poi tutta una serie di amministratori e tecnici di ditte impegnate nella manutenzione e nella sostituzione di parti dell’infrastruttura: si tratta di Roman e Franz Parth, rispettivamente tecnico e legale rappresentate della “Franz Parth” la ditta che sostituì le teste fuse della funivia nel 2024, Boris Susic della ditta Seis che controllò le funi lo scorso febbraio, Pierfrancesco Cappellari, amministratore della ditta Lamet che si occupò delle prove di frenata, Andrea e Luca Lallini, legali rappresentanti della Sacmif, l’azienda che per conto di Parth eseguì altri controlli su funi e teste fuse, e un tecnico della stessa azienda, Franco Zaccagnini. Il crollo della cabina provocò la morte del macchinista Carmine Parlato e di tre turisti che si trovavano nella cabina con lui: Janan Suliman, Elaine Margaret e Graeme Derek Winn. Il fratello di Janan Suliman, Thabet, rimase gravemente ferito ed è ancora ricoverato in ospedale.

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