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“Il ricovero di mio padre fu una messa in scena. I suoi occhi erano talmente gonfi”: la testimonianza di Giannina Maradona

La straziante confessione della figlia di Diego Armando Maradona durante il processo sulla sua morte: ha raccontato la "manipolazione orribile" da parte del team sanitario
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“Ho parlato molto con mio padre e gli ho chiesto di morire, di portarmi con sé, non volevo vivere”. È la straziante confessione di Giannina Maradona, figlia del leggendario calciatore argentino morto all’età di 60 anni il 25 novembre 2020 mentre si trovava in assistenza domiciliare alla periferia di Buenos Aires, pochi giorni dopo essere stato operato per un ematoma formatosi tra il cranio e il cervello. La donna ha testimoniato al processo contro sette operatori sanitari accusati di negligenza riguardo la morte di Diego Armando Maradona. La testimonianza della figlia dell’ex calciatore del Napoli arriva alcune settimane dopo il racconto di sua sorella Dalma.

“Lo vedevo peggiorare sempre di più, non riusciva a connettersi con la realtà, era lento. Ho contattato Luque (il neurochirurgo che aveva in cura Maradona, ndr). Mi disse che aveva alti e bassi. Mi parlò di Cosachov (la psichiatra, ndr), l’avevano nominata per poter curare correttamente mio padre. Lo vedeva in miglioramento. Ho scelto di crederci perché chi lo seguiva da tempo ci ha fatto questa proposta, un ricovero domiciliare serio seguendo un piano affinché stesse bene. – ha sostenuto Giannina – È stato molto difficile per me andare avanti. Ho ricevuto supporto psicologico e psichiatrico, così ho potuto vedere mia nipote Roma e crescere mio figlio”. La figlia di Maradona ha quindi affermato che il ricovero domiciliare “è stata una messa in scena. Hanno ottenuto ciò che volevano: tenere mio padre in un posto buio, brutto e solo. Provo un dolore immenso, mi sembra davvero ingiusto. I responsabili ci hanno assicurato cose che poi non sono accadute. È stata una manipolazione orribile“. La donna ha infine ammesso: “Vorrei tornare indietro nel tempo e buttare fuori tutti quanti. Mio padre era a letto, non voleva alzarsi. Aveva gli occhi e le mani molto gonfie. Continuavo a chiedergli di alzarsi, di venire in sala da pranzo con me, non aveva voglia di fare niente. I suoi occhi erano talmente gonfi che non si vedevano”.

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