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Ranucci sarà ascoltato dal Parlamento Ue. Non solo spyware e corruzione: Bruxelles vigila anche sulla Rai

Audizioni a porte chiuse il 14 maggio, in vista della relazione sullo "Stato di diritto". Oltre al conduttore di Report, ci saranno i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, esperti, attivisti, il direttore di Fanpage Francesco Cancellato e l’Associazione nazionale magistrati
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Non ci sono solo la vicenda spyware e le riforme della giustizia a preoccupare l’Unione europea. Se era noto infatti che il Parlamento Ue avesse convocato una giornata di audizioni a porte chiuse per il 14 maggio (alla presenza tra gli altri dei ministri Nordio e Piantedosi, dell’Anm e del direttore di Fanpage Francesco Cancellato), adesso all’elenco dei convocati si aggiunge il conduttore di Report Sigfrido Ranucci.

Le ragioni dell’audizione del giornalista Rai sono intuitive. È di queste ore la pubblicazione dell’impietosa relazione di Reporters sans frontieres sulla libertà di stampa, in cui l’Italia crolla al 49esimo posto, record negativo. Non solo. Ranucci ha più volte denunciato le pressioni su di lui e sulla sua trasmissione e i tentativi di condizionare il giornalismo di inchiesta in Rai. L’ultimo episodio è la circolare con cui l’azienda chiede ai giornalisti di consegnare tutto il girato relativo ai propri servizi, inserendolo in una piattaforma web interna accessibile a tutti. Un’evidente problema di tutela delle fonti.

E ancora: Ranucci, che si collegherà da remoto, potrà anche rendere conto dello stato di (non) attuazione del Media Freedom Act, l’insieme di norme e di principi in favore dell’autonomia dei media pubblici e di criteri di nomine dirigenziali non assoggettati alla politica. Da mesi il Media freedom act è lettera morta in Parlamento. Tutti motivi che stanno facendo crescere l’allarme a Bruxelles (ogni anno la commissione stila un report sullo Stato di diritto, l’ultimo sull’Italia fu allarmante) e che hanno fatto inserire il nome di Ranucci tra gli auditi, su proposta del 5Stelle Gaetano Pedullà: “Il governo tace, ma al Parlamento europeo dovranno rispondere – attacca l’europarlamentare – Saremo inflessibili. Il pessimo risultato nel rapporto di Reporter sans frontieres non sorprende e testimonia l’occupazione sistematica della tv pubblica, il terrore dei giornalisti per le querele temerarie, la strategia del silenziamento delle voci scomode, i tentativi di spionaggio”.

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