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Cile, attentato incendiario contro la centrale idroelettrica di una multinazionale cinese

La centrale sarà costruita lungo il fiume Biobio e si scontra con l’opposizione degli indigeni, secondo cui danneggerà l’ambiente
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Dopo l’assalto in un’azienda cinese avvenuto ieri in Guinea-Bissau, un’altra impresa di Pechino è stata presa di mira in Cile. Un commando di uomini con il volto coperto e fortemente armato ha attaccato il cantiere di una centrale idroelettrica di fabbricazione cinese, nel comune di Santa Bárbara, picchiando e immobilizzando due guardie presenti sul posto per poi incendiare circa 50 veicoli, tra camion e macchinari pesanti, secondo la polizia locale.

L’attacco è avvenuto nella regione di Bío Bío, all’interno dell’impianto di Rucalhue, costruito da una sussidiaria della China International Water & Electric, una società cinese di consulenza ingegneristica. La centrale verrà edificata lungo il Biobio, uno dei fiumi principali del Cile, e si scontra con l’opposizione degli indigeni, secondo cui danneggerà l’ambiente.

Il ministro della Sicurezza cileno, Luis Cordero, ha definito “terroristico” l’attentato, mentre la società Rucalhue Energía ha annunciato azioni legali, sostenendo che il progetto “è conforme a tutte le attuali normative ambientali, sociali e tecniche” e che il suo sviluppo è stato parte di un “processo trasparente di fronte alle istituzioni statali”.

Un incidente simile nell’area era avvenuto anche il 7 aprile, rivendicato da un gruppo dissidente dell’etnia Mapuche.

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