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Dove andrà in onda il Festival nel 2026? Il comune di Sanremo impone la clausola anti flop nella selezione del partner: ‘la soglia’ è alla portata di Rai e Mediaset

Nelle otto pagine firmate dalla dirigente dell'ufficio turismo Rita Cuffini è apparsa una clausola anti flop. Come rivela Repubblica diventa centrale la questione auditel, la città di Sanremo mette in conto una perdita di spettatori ma fissa un tetto

di Giuseppe Candela
Dove andrà in onda il Festival nel 2026? Il comune di Sanremo impone la clausola anti flop nella selezione del partner: ‘la soglia’ è alla portata di Rai e Mediaset

Il 22 maggio il Consiglio di Stato si pronuncerà sul ricorso della Rai contro la sentenza del Tar Liguria che ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto dell’organizzazione del Festival all’azienda pubblica. Nell’attesa è stata pubblicata la determina dirigenziale del Comune di Sanremo che approva l’avviso di manifestazione di interesse per individuare un partner per l’organizzazione e la trasmissione in chiaro del Festival della Canzone Italiana per il 2026, 2027 e 2028, con un’eventuale proroga di massimo due anni.

Nelle otto pagine firmate dalla dirigente dell’ufficio turismo Rita Cuffini è apparsa una clausola anti flop. Come rivela Repubblica diventa centrale la questione auditel, la città di Sanremo mette in conto una perdita di spettatori ma fissa un tetto con “una clausola che riservi al Comune, senza costi, risarcimenti o indennità a carico dello stesso, la facoltà di far cessare il rapporto con il partner nel caso in cui una o più edizioni ottengano risultati d’ascolto inferiori di 15 punti rispetto alla percentuale media degli ascolti delle precedenti cinque edizioni del Festival”.

Considerando gli ascolti record ottenuti da Amadeus e Conti, superiori anche al 65% di share, l’impegno si fa gravoso perché fissa di fatto l’asticella auditel quasi al 50%, una soglia alla portata di Mediaset ma sicuramente più difficile per Sky, La7 e Warner Bros. Discovery. Nel bando la prima parte sarà selettiva e riguarderà la pubblicazione di un avviso pubblico per individuare il partner, la seconda fase sarà negoziale e consentirà appunto di negoziare i termini finali della convezione con il partner scelto. Potranno partecipare alla procedura “solo gli operatori economici fornitori di servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro, titolari di un canale generalista nazionale e che possiedano dimostrate capacità di organizzazione di eventi di particolare rilevanza”.

L’operatore con cui procedere alla fase negoziale sarà individuato sulla base dell’analisi dei progetti presentati e in ragione di alcuni elementi quali “la qualità artistica, la congruità della complessiva proposta artistica rispetto al profilo culturale storicamente assunto dal Festival, la capacità di valorizzare la kermesse, i marchi ‘Festival della Canzone Italiana’ e ‘Festival di Sanremo’”.

Non solo, il Comune chiede il 30% in più al partner che vincerà il bando, vale a dire un corrispettivo non inferiore ai 6,5 milioni all’anno, e una percentuale sugli spot. Si tratta dell’uno per cento su tutti gli introiti derivanti dai proventi pubblicitari e dallo sfruttamento dei marchi concessi. “Per la prima volta nella sua storia – dichiara il sindaco di Sanremo Alessandro Mager – il Comune di Sanremo, titolare dei marchi Festival di Sanremo e Festival della Canzone Italiana, rispondendo alla sentenza del Tar, ha dovuto pubblicare una manifestazione di interesse per quello che è unanimemente riconosciuto come l’evento mediatico più importante d’Italia, capace ogni anno di coinvolgere milioni di persone”. Dove andrà in onda “Sanremo 2026”? Il rebus non è ancora risolto.

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