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Dazi, l’import Usa dall’Europa potrebbe diminuire di 200 mila auto nel 2025

L’impatto finale dipenderà da quanto a lungo le tariffe rimarranno in vigore. I guadagni di Stellantis rischierebbero riduzioni del 75%
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I dazi al 25% sulle automobili importate dall’Europa agli Usa (che sussistono, a differenza di quelli in altri settori per cui Trump ha deciso una sospensione di 90 giorni) potrebbero ridurre il numero di esportazioni dal vecchio al nuovo continente di circa 200.000 unità nel solo anno in corso (su un totale di circa 900.000 previste). Lo suggerisce uno studio degli analisti di Inovev, lo stesso in cui si legge che l’impatto finale dei dazi dipenderà da quanto a lungo essi rimarranno in vigore, ovvero salvo accordi bilaterali fra Stati.

Gli Stati Uniti sono il più grande mercato di esportazione automobilistico per l’Europa, davanti a Turchia e Cina: il numero di autovetture importate annualmente negli Usa nell’ultima decade ha oscillato tra le 700.000 (durante la carenza di semiconduttori nel 2022) e le 975.000 unità del 2018, sostiene Inovev. Le case automobilistiche europee, quindi, rischiano di perdere decine di miliardi di euro, a seconda di come si svilupperanno le tariffe. Senza contare che costruttori europei come BMW, Mercedes, Stellantis e Volkswagen Group costruiscono pure veicoli in Messico per poi rivenderli negli Stati Uniti.

Secondo un rapporto della banca d’investimento Jefferies, quest’anno le tariffe potrebbero ridurre i guadagni di Stellantis del 75%. “Qualsiasi calo delle esportazioni potrebbe essere attribuito al rifiuto dei consumatori statunitensi di pagare prezzi più alti a causa dei dazi o alle case automobilistiche stesse, che potrebbero frenare le esportazioni in previsione di possibili accordi commerciali fra Stati”, sostengono da Inovev.

Alcuni car makers europei hanno già sospeso le spedizioni negli Stati Uniti o le hanno “congelate” nei porti statunitensi, come hanno fatto Jaguar Land Rover e Audi. La Ferrari, invece, ha affermato che potrebbe aumentare i prezzi di alcuni modelli del 10%. Mentre c’è chi come Mercedes sarebbe pronta a far lavorare di più i suoi impianti americani (siti in Alabama), dove potrebbe persino essere spostata la produzione di un altro modello, presumibilmente la best seller GLC, il Suv di medie dimensioni di maggior successo negli Usa fra quelli esportati dall’Europa.

Chiaro che se i dazi continueranno oltre il 2025, le case automobilistiche che fanno affari negli Stati Uniti potrebbero essere costrette a cambiare le loro strategie di produzione, spostando le linee di assemblaggio di alcuni modelli in fabbriche americane, aggiungendo nuove linee di assemblaggio negli States o, addirittura, costruendo nuove fabbriche, sostiene Inovev.

I marchi che più potrebbero subire l’impatto delle tariffe trumpiane sono quelli del gruppo Volkswagen, tra cui VW, Audi e Porsche, che rappresentano il 26% delle esportazioni europee totali di veicoli, seguiti da Mercedes al 23%, BMW al 19%, Geely (Volvo) al 13% e Jaguar Land Rover al 12%. Il modello “Made in Europe” più venduto, come anticipato poc’anzi, è la Mercedes GLC, con oltre 60.000 consegne negli Stati Uniti nel 2024; seguito dalle Volvo XC90 ed XC60. Altri bestseller sono Mercedes Classe C, Audi Q3, Land Rover Defender, Porsche Macan e BMW X1.

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