Trento, 19enne uccide il padre per “difendere la madre da un’aggressione”: arrestato

“L’ho accoltellato con un coltello da cucina, stava ancora maltrattando la mamma. Ho cercato di rianimarlo, ma era già morto, e ho chiamato i carabinieri”. Così Bojan Panic, 19 anni, alla pm di Trento, Patrizia Foiera, ha dichiarato il movente dell’omicidio del padre, Simeu, muratore di 46 anni di origini bosniache, durante l’interrogatorio per l’omicidio del papà. Il ragazzo ha sostenuto di aver uccise il padre per difendere la madre dall’uomo che la stava aggredendo. È tutto avvenuto giovedì notte in una palazzina di Mezzolombardo, in Trentino, in via Frecce Tricolore. Ora è in arresto per omicidio volontario. In casa c’era anche il fratello più piccolo del 19enne. Dopo il tentativo di rianimazione il ragazzo, assieme alla madre, ha telefonato ai carabinieri, rimanendo immobile accanto al corpo senza vita del padre.
La famiglia era arrivata in Italia da molti anni, quando il 19enne era ancora un bambino. Prima di trasferirsi a Mezzolombardo vivevano a Lavis, in Trentino. All’Arma non risultano denunce per maltrattamenti. La famiglia risultava perfettamente integrata nel tessuto sociale e lavorativo del paese. “La famiglia vive a Mezzolombardo da meno di un anno. Non conosco il contesto familiare. Sono fatti che per fortuna non succedono spesso, ma che ci devono fare riflettere e alzare l’asticella dell’attenzione anche attraverso i servizi sociali”ha detto il sindaco di Mezzolombardo, Michele Dalfovo.
La vicenda ricorda quella di Alex Cotoia, il ragazzo torinese che uccise il padre Giuseppe Pompa con 34 coltellate a Collegno, in provincia di Torino, nell’aprile 2020 per difendere la madre Maria Cotoia durante l’ennesima lite. Lo scorso gennaio, Alex Cotoia, che ha scelto di cambiare cognome dopo la vicenda, è stato assolto nell’appello-bis al termine di una vicenda giudiziaria travagliata che lo aveva visto assolto in primo grado per legittima difesa, condannato a 6 anni e due mesi nel primo appello, sentenza poi annullata dalla Cassazione e riformata nel secondo appello. Poco più di un anno fa una 18enne aveva ucciso il padre per difendere la madre. “Volevo difendere mamma. Quando sono andata in cucina e ho provato a separarli, mio padre mi ha aggredita, mi ha seguita in camera da letto e mi ha preso a pugni. A quel punto mi sono difesa, ma non volevo ucciderlo” aveva spiegato per poi essere messa agli arresti domiciliari.
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