Il mondo FQ

Solito copione per la logistica: una galassia di sfruttamento e illegalità, mentre il governo resta muto

Questa volta a fermarsi sono i dipendenti del Magazzino Pregis di Sant’Omero (Teramo), polo di distribuzione di prodotti alimentari. La protesta è ripartita martedì
Commenti

Ancora una volta incrociano le braccia i lavoratori e le lavoratrici della logistica, di fronte a un copione che continua a ripetersi: cooperative in appalto che applicano contratti collettivi à la carte, con il solo scopo di contrarre il costo del lavoro. Questa volta sono i dipendenti del Magazzino Pregis di Sant’Omero, provincia di Teramo, polo di distribuzione di prodotti alimentari per la ristorazione. La protesta cominciata il 27 marzo è ripartita martedì.

Al tavolo per la vertenza Pregis la Cooperativa Logistic ha mostrato una chiusura totale alla loro rivendicazione tanto banale quanto vitale: vedere applicato alle proprie mansioni il contratto corrispondente, ovvero quello del trasporto merci e logistica.

Già, perché oggi l’azienda utilizza impunemente il ccnl Multiservizi Pulizie, sottraendo alle loro buste paga circa 400 euro ogni mese. Significa guadagnare 1000 euro netti scarsi per turni massacranti di 10-12 ore, spesso svolti in celle refrigerate a -20°. Per non dire degli straordinari e dei turni notturni e festivi pagati con buoni pasto o contanti “fuori busta”. E dei tanti precari mai stabilizzati, appesi per anni a contratti a termine rinnovati ciclicamente, lasciati a casa per poche settimane, per eludere i limiti di legge, per essere di nuovo assunti con un contratto a scadenza.

Ricordate la saga di “Mondo Sofferenza”? Anche a Campi Bisenzio i lavoratori della logistica – facchini, montatori e autisti – erano inquadrati con il Multiservizi. Mondo Convenienza vive di servizi esternalizzati, con lavoratori assunti tramite la ditta RL2 in condizioni di sfruttamento, mentre fattura 1,2 miliardo di euro l’anno.

Il fatto è che nel mondo della logistica le esternalizzazioni sono la norma e le imprese produttrici risparmiano il costo di una gestione diretta della distribuzione appaltandola ad altre imprese, che a loro volta minimizzano i costi agendo sul lavoro, ossia intensificando i ritmi e riducendo le paghe.

Ci sono voluti 161 giorni di sciopero a Campi Bisenzio per vedere applicato il contratto collettivo nazionale della Logistica.
E Mondo Convenienza è stata al centro di vicende giudiziarie come tante altre grandi aziende coinvolte nel settore della logistica: Gls, Uber, Lidl, Brt, Geodis, Esselunga, Securitalia, Ups, Gs Carrefour, Gxo, Amazon, FedEx, Dhl Express Italy.
Quest’ultima, negli scorsi quattro anni, ha fatturato quasi 7 miliardi di euro, con solo 106 operai assunti direttamente e tutti gli altri dipendenti in appalto a decine di pmi, srl e cooperative di trasporto: vere e proprie miniere di manodopera sottopagata, con sedi in capannoni abbandonati fra Pomezia e le province di Napoli e Salerno.

Tra il 2022 e il 2023, FedEx ha reclutato 2.916 tra operai, facchini e autotrasportatori attraverso 32 “società serbatoio” di forza lavoro sfruttata, cooperative o società a responsabilità limitata create unicamente per allungare la catena commerciale, eludere i controlli e non pagare i contributi.

Di fronte a questa, che è ormai una galassia di schiavismo e illegalità, il governo resta muto. Ha sempre rifiutato di aprire una discussione su quel sistema di esternalizzazioni, appalti e subappalti a cascata, che ha precarizzato il lavoro e consentito smisurate evasioni fiscali e contributive, nonché impresso una spinta nefasta al caporalato e al tasso di infortuni sul lavoro.

Sarebbe ora che il governo – sempre pronto ai decreti urgenti che urgenti non sono – sentisse l’urgenza di porre un freno a tutto questo. Per esempio, cominciando a far rispettare le leggi che vincolano i contratti alle mansioni, aumentando controlli e sanzioni. Perché la Legge n. 56 del 2024 ha sancito una volta per tutte che negli appalti privati il datore di lavoro è obbligato ad applicare il contratto nazionale “applicato nel settore e per la zona strettamente connessi con l’attività oggetto dell’appalto”.

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.