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Brignone operata dopo l’incidente: è già corsa contro il tempo per i Giochi 2026

Oltre alla frattura di tibia e perone, la pluricampionessa si è anche rotta il crociato anteriore. Il chirurgo: "Operazione riuscita". Almeno 5-6 mesi per il recupero
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Una violenta e inaspettata sterzata del destino ad appena una manciata di porte dalla fine di una stagione unica e inimitabile. Federica Brignone chiude il suo anno magico finendo in sala operatoria per la frattura di tibia e perone, oltre che la rottura del crociato anteriore. Una inforcata con il braccio a metà percorso del gigante valido per i campionati italiani all’Alpe Lusia, in Val di Fassa, le strappano via gioia e sorriso condizionando inevitabilmente la preparazione estiva in vista delle Olimpiadi invernali in casa, a Cortina, dove è attesa come una delle regine azzurre delle nevi.

La valdostana è incappata in una extra-rotazione uscendo da una porta verso destra, con un movimento anomalo delle gambe e un violento impatto sulla neve. Drammatico il responso della Tac che ha evidenziato la frattura scomposta pluriframmentaria del piatto tibiale e della testa del perone, è stata trasferita in elicottero alla clinica Madonnina per il completamento degli esami radiologici prima di sottoporsi in serata all’operazione dal dottor Andrea Panzeri, medico chirurgo, responsabile della Commissione medica della Fisi, lo stesso che ha operato Sofia Goggia oltre un anno fa per la frattura del pilone tibiale destro. “Non nascondo che la frattura è impegnativa, l’osso si è rotto in modo significativo, ma lei è forte, fortunatamente è sana, non si è mai fatta male in modo importante prima di oggi”, ha detto Panzeri.

Sul decorso post operatorio e i tempi di recupero: “Adesso è difficile fare previsioni. Parliamo di mesi? Sì”. Nel corso dell’operazione, perfettamente riuscita e durata circa due ore, è stata evidenziata anche la rottura del legamento crociato anteriore, che verrà valutata nelle prossime settimane. Nei prossimi giorni inizierà il percorso riabilitativo. L’infortunio la costringerà a un lungo periodo di recupero, tra i 5 e i 6 mesi minimo. Salterà oltre ai test primaverili ma soprattutto gli allenamenti estivi e la speranza è che riesca ad essere nelle condizioni di poter prendere parte alle Olimpiadi del prossimo febbraio.

Parte dunque adesso una corsa contro il tempo per la valdostana che in carriera – come ha sottolineato lo stesso Panzeri – non ha subito infortuni gravi. Nel dicembre del 2012 la sua carriera si interruppe per la rimozione di una cisti al malleolo, che le procurava problemi da tempo ma per il resto ha sempre gestito nel migliore dei modi la sua carriera, senza particolari intoppi fisici. Un’altra sfida per la 34enne valdostana che dovrà cambiare completamente programma. Niente arrampicate in montagna, pedalate in bicicletta o giornata sole facendo surf. Solo riabilitazione per poter riprendere il prima possibile tono muscolare e ridurre al minimo il gap per il lungo stop.

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