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Caso Pierina Paganelli, dalla telecamera di videosorveglianza possibile una svolta all’indagine

Si tratterebbe di due voci: una femminile e una maschile. L'ipotesi è che quella maschile sia riferibile al killer. Le voci al vaglio degli investigatori
Caso Pierina Paganelli, dalla telecamera di videosorveglianza possibile una svolta all’indagine
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Novità sul caso di Pierina Paganelli, la donna 78enne ritrovata senza vita dalla nuora, Manuela Bianchi (poi iscritta nel registro degli indagati), nel garage di via del Ciclamino. La telecamera di videosorveglianza posizionata nell’autorimessa sembra aver registrato delle voci, maschili e femminili, ora al vaglio degli inquirenti e che potrebbero arricchire il quadro investigativo con indizi cruciali. Le voci, isolate dagli esperti e prese in carico dalle perizie fonometriche, sarebbero state registrate sia nell’ora dell’omicidio, alle 22.13 del 3 ottobre 2023 scorso, sia la mattina successiva, tra le 8.09 e le 8.20, fascia oraria nella quale la nuora scoprì la suocera allertando i soccorsi undici minuti dopo.

L’attenzione degli investigatori si sta concentrando principalmente sulle “evidenze sonore maschili”, registrate dopo le urla della vittima e l’aggressione brutale. Secondo gli esperti, che hanno effettuato un processo di raffinazione del suono, la voce potrebbe pronunciare parole rivolte direttamente a Pierina, anche se resta da chiarire la loro comprensibilità e se possano essere fatte risalire ad una persona specifica. Come riporta Il Messaggero, gli inquirenti hanno già distinto un inquietante “ciao”. Le evidenze acustiche potrebbero essere determinanti per la posizione di Louis Dassilva: la sua difesa sta analizzando le perizie per capire se quanto emerso possa contribuire al quadro accusatorio o se, viceversa, possa aiutare alla richiesta di scarcerazione del 35enne, in carcere dal 16 luglio.

Oltre alla voce maschile, una voce femminile: potrebbe trattarsi della stessa Paganelli oppure ad un’altra persona presente sulla scena del crimine. La scoperta ha dunque aperto una nuova fase d’inchiesta e a Manuela Bianchi è stato chiesto di confermare se al momento del delitto si trovava, come ha sempre sostenuto, in casa al terzo piano, con figlia e fratello.

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