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Lo sfogo di Magnini: “La stampa ha protetto Sinner, io invece fui massacrato. Sì sono invidioso, ma anche contento per un motivo”

L'ex nuotatore venne squalificato per doping nel 2018 e assolto solo nel 2020: "Lui ha avuto un trattamento particolare"
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Jannik Sinner “è veramente un fenomeno, un campione e ha fatto appassionare tanti, tante generazioni, ma i titoli di giornale sono stati tutti a suo favore, cioè la stampa l’ha protetto molto ma è giusto perché è un campione…Io però sono stato massacrato“. Filippo Magnini alza la voce e accusa i media di non aver trattato nella stessa maniera i casi di positività ai test antidoping che hanno coinvolto lui stesso e l’altoatesino. Il numero uno del ranking Atp è stato sospeso per 3 mesi dopo essersi accordato con la Wada sul caso Clostebol. L’ex nuotatore invece venne squalificato nel 2018 per 4 anni dopo aver tentato di usare sostanze vietate dal regolamento antidoping poi vedersi annullare il provvedimento nel 2020. La procura sosteneva che avesse cercato di procurarsi potenziatori proibiti della somatotropina, l’ormone GH responsabile della crescita, con l’aiuto del medico Guido Porcellini, nutrizionista che seguiva fra gli altri anche Federica Pellegrini.

Sinner ha probabilmente avuto un trattamento particolare: il martedì la positività, il mercoledì la sentenza mentre io ho dovuto aspettare ben sette anni. Ho pianto per un mese – ha dichiarato Magnini all’MVP Most Valuable Podcast di Luca Dotto e Flavio Bizzarri – “Sono invidioso del trattamento che ha ricevuto lui, ma sono anche contento di come lo stanno trattando. Questo potrebbe essere uno dei primi casi che fa vedere le cose più a favore degli atleti soprattutto quando ci sono casi veramente ridicoli che non stanno né in cielo né in terra. Bisogna evitare la gogna mediatica fin dal momento zero, quando non si sa ancora nulla”, ha concluso l’ex nuotatore.

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