“Noi siamo spiati e intercettati ma non c’era bisogno di spendere tutti questi soldi perché si sa cosa facciamo, salviamo persone che altrimenti morirebbero nel mediterraneo oppure nei lager libici da cui scappano. Mi rendo conto però che la solidarietà sia un impiccio per accordi indicibili e interessi giocati sulla pelle degli ultimi”. Il capo missione di Mediterranea Saving Humans Luca Casarini, a Napoli per lo sbarco di 41 migranti (tra cui 2 minori) salvati in mare dalla Sea Eye 4 ha risposto così sul caso Paragon in cui è emerso anche il suo nome tra gli attivisti e i giornalisti spiati. “Sullo spionaggio e sul caso Almasri il Governo non si chiuda nei segreti del Copasir – prosegue Casarini – ma apra un dibattito pubblico e soprattutto riveda gli accordi con la Libia. Noi – conclude – dobbiamo essere il Paese orgoglioso nel mondo perché salve le vite, non perché è complice o cerca di coprire crimini contro l’umanità”.
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