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Ultimo aggiornamento: 18:15 del 12 Febbraio

Macachi rinchiusi nel laboratorio dell’Università di Ferrara, le associazioni chiedono il sequestro: “In gabbia da oltre 20 anni, stop ai test”

Già le Università di Modena e Reggio Emilia ha rinunciato per sempre all’uso di macachi nella ricerca di base. Ecco cosa sta accadendo [Video]
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Sono in gabbia da oltre 20 anni. Per questo motivo le associazioni Animal Liberation e LIMAV Italia odv, assistite dall’avvocato David Zanforlini, hanno chiesto lo stop ai test sui macachi nei laboratori dell’Università di Ferrara. L’ultimo atto di questa vicenda è la richiesta di sequestro dei cinque animali. Sabato 22 febbraio è previsto un corteo nel centro di Ferrara. “I primati non umani, molto simili a noi, sono estremamente intelligenti e hanno una grande capacità di provare emozioni e soffrire” sottolineano i promotori della manifestazione, che ricordano: “Gli esperimenti sul cervello di questi animali sono molto invasivi e dolorosi, e a questa sofferenza si aggiungono le condizioni di detenzione nello stabulario in gabbie minuscole, spesso per l’intera vita degli animali, in un ambiente che non consente di esprimere nessuno dei comportamenti naturali di queste specie”. Oggi le associazioni Animal Liberation, Animal Defenders e Lav hanno messo in atto un flashmob davanti al Tribunale di Ferrara per ribadire la richiesta di sequestro dei macachi rinchiusi all’Università (nel video le parole del rappresentante della Lav, Yuri Bautta). “L’Università di Ferrara è solo uno degli Atenei della nostra regione che usano primati non umani nella vivisezione”, concludono gli organizzatori, “e ricordiamo che già l’Università di Modena e Reggio Emilia ha rinunciato per sempre all’uso di macachi nella ricerca di base, a dimostrazione del carattere obsoleto e antiscientifico di questo tipo di procedure. Ci appelliamo al Tribunale di Ferrara affinché questi animali vengano sequestrati, interrompendo così una situazione di irregolarità e di sofferenza. Sarà anche l’opportunità per questa Università di compiere un gigantesco passo in avanti, attraverso metodi di ricerca e tecnologie più moderni e più etici”.
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