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“Ho lasciato la carriera da avvocato per la birra, a mia madre venne un colpo. Ora fatturo 90 milioni”: la storia di Giovanni Porcu

Dal foro al bancone, l'ex avvocato sardo racconta la sua svolta: "Ero irrequieto, volevo costruire qualcosa di mio"

di F. Q.
“Ho lasciato la carriera da avvocato per la birra, a mia madre venne un colpo. Ora fatturo 90 milioni”: la storia di Giovanni Porcu

“Mia mamma? Le venne un colpo, mi disse: “Sei impazzito?”. Forse un po’ lo sono stato…”. A parlare, in una lunga intervista al Corriere della Sera, è Giovanni Porcu, 44 anni, sardo di Nuoro, che da avvocato in un prestigioso studio milanese, con una laurea in giurisprudenza alla Sapienza di Roma, ha mollato tutto per inseguire un’intuizione: creare un impero della birra artigianale. Una scelta che all’epoca, nel 2007, lasciò interdetti i colleghi (“Stai commettendo un errore ciclopico”) e sconvolse la madre. Oggi, il suo marchio “Doppio Malto” fattura 90 milioni di euro e conta 52 locali, di cui tre in Francia.

“Non ero insoddisfatto, ma irrequieto”, racconta Porcu in un’intervista. “Il mio mantra? ‘Se vuoi farlo fallo’. Quindi via, senza indugi”. Una filosofia che lo ha accompagnato fin da quando, a 17 anni, lasciò Nuoro per Londra, dove lavorò come cameriere: “Londra è una città multiculturale e cosmopolita. Se hai piglio e fiuto, impari molte cose”, ricorda. E proprio lì, in Inghilterra, matura l’idea che cambierà la sua vita. Dopo il liceo classico e la laurea in giurisprudenza, inizia a lavorare come avvocato, specializzandosi in diritto penale commerciale. Ma la toga gli sta stretta: “Io nasco libero. Libero di costruirmi mondi intorno, partendo da zero”, afferma. L’esperienza londinese gli aveva fatto conoscere la ristorazione organizzata e in Italia inizia a studiare il modello di Marco Di Giusto, fondatore di Cigierre, la società a cui fa capo, tra gli altri, il marchio Old Wild West.

“Compresi le potenzialità di quel modello: era esattamente il modello di successo inglese“, spiega. Nel 2007, la svolta: lascia lo studio legale, portando con sé un collega, e apre il suo primo Old Wild West in franchising, vendendo l’auto e chiedendo al padre di fare da garante. “Un salto nel vuoto“, lo definisce. Un salto che si rivelerà vincente: in pochi anni, Porcu e il suo socio aprono una quarantina di punti vendita, arrivando a fatturare 10 milioni di euro.

Ma l’irrequietezza di Porcu non si placa. Nel 2016, l’ennesima intuizione: “Perché non adattare alla birra un format analogo?”. Acquista un birrificio artigianale a Erba, lo ristruttura e ci costruisce attorno un progetto retail. Nasce così “Doppio Malto”, che in pochi anni si espande a 52 locali, con l’obiettivo di arrivare a 150 in 7-8 anni. “Nel 2017 abbiamo fatturato 2 milioni e 700mila euro. Quest’anno arriveremo a 90 milioni“, racconta con orgoglio. Il segreto del successo? “La giusta chimica”, secondo Porcu. “Siamo produttori, realizziamo un prodotto che piace e che sappiamo modellare in base alle esigenze”.

L’ambizione di Porcu non si ferma qui: “Vorrei arrivare a fare una sorta di Starbucks della birra“, rivela, immaginando un format per coprire la fascia del dopocena a partire da mezzogiorno. Una sfida per un gruppo che oggi conta 1300 dipendenti, considerando anche l’affiliazione commerciale. “Magari quando dovessi smettere di costruire tornerò a indossare la toga, nel caso sarà pro bono”, conclude Porcu. “Sono cresciuto in Italia, ho messo il naso fuori per indagare, ma le radici le tengo ben salde qui”. Un pensiero va alla madre, scomparsa nel 2017: “Mi piace immaginarla con lo sguardo all’ingiù, orgogliosa, mentre dice: ‘Vola, figlio mio'”.

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