“Oh mer*a”. Sono state queste le ultime parole di Faith Waterman Batistich, una giovane mamma neozelandese di 20 anni morta dopo aver inalato elio direttamente da un contenitore pressurizzato durante la festa di compleanno della figlia. Un’apparente bravata, un gioco “divertente” e “conosciuto” per alterare il tono della voce, trasformatosi in tragedia in pochi istanti, sotto gli occhi increduli dei presenti, compresa la sorella gemella della vittima, Eden Waterman.
La tragedia è avvenuta nel settembre 2022 ed è stata ricostruita nei dettagli durante l’inchiesta che si è appena conclusa. Dopo aver inalato elio dai palloncini per ottenere il classico effetto della voce acuta, qualcuno ha suggerito di provare direttamente dal contenitore. Secondo la testimonianza di Eden, c’è voluto un po’ per convincere Faith, che proprio mentre inalava, si è vista aumentare improvvisamente il flusso del gas da un’altra persona presente alla festa. “È andato troppo veloce e le è arrivato dritto al cervello“, ha raccontato la sorella al NZ Herald. “Le sue ultime parole sono state letteralmente ‘Oh mer*a’ ed è crollata a terra”.
Nonostante i soccorsi immediati, con i familiari che hanno praticato il massaggio cardiaco per 45 minuti in attesa dell’ambulanza, per Faith non c’è stato nulla da fare: “È diventata blu all’istante“, ha raccontato Eden, “niente di quello che abbiamo fatto, compresi i soccorsi, è riuscito a riportarla indietro”. L’autopsia ha confermato che la giovane è morta rapidamente per asfissia.
Dall’inchiesta sulla morte di Faith è emerso che la giovane “non era a conoscenza dei pericoli insiti nell’inalazione di elio“, come ha dichiarato il medico legale Louella Dunn. “Può sembrare divertente e piacevole in un ambiente di festa inalare elio per produrre un rumore acuto”, ha aggiunto, “ma molte persone non sono consapevoli dei potenziali rischi, soprattutto se l’elio è pressurizzato”. Il medico legale ha sottolineato anche l’esistenza di una “convinzione errata” nella comunità riguardo alla pericolosità di questa pratica, e ha formulato precise raccomandazioni per evitare future tragedie. Le foto del contenitore in questione, prodotto dall’azienda australiana Alpen, mostrano un’etichetta di avvertimento sul lato della bombola blu. Tuttavia, il giudice ha concluso che l’avviso era “in caratteri molto piccoli” e che la minaccia per la vita era posta alla fine. “Sono preoccupata che il segnale di avvertimento che avvisa dei pericoli dell’inalazione di elio non sia sufficientemente evidente sul contenitore”, ha concluso la dottoressa Dunn. “Raccomando che l’avvertimento sia in grassetto nella parte superiore del contenitore con la scritta: ‘Non inalare – rischio di lesioni gravi o morte'”.