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“Non puoi chiedere scusa, assassina”: l’ira dei parenti al processo per l’omicidio della mamma del tiktoker Donato De Caprio. Caos in aula

Il pm ha chiesto l'ergastolo per Stefania Russolillo, accusata di aver ucciso nell'aprile 2023 Rosa Gigante, mamma della star di TikTok Donato De Caprio 'Con Mollica o senza'

di Emanuele Corbo
“Non puoi chiedere scusa, assassina”: l’ira dei parenti al processo per l’omicidio della mamma del tiktoker Donato De Caprio. Caos in aula

Momenti di tensione in Corte d’Assise quando – nel corso del processo per l’omicidio di Rosa Gigante, madre del salumiere tiktoker Donato De CaprioStefania Russolillo, arrestata con l’accusa di aver ucciso Gigante, ha preso la parola per scusarsi con i parenti della vittima che hanno reagito urlandole: “Non puoi chiedere scusa, assassina”. Una reazione immediatamente sedata dal giudice e dalla polizia, come riportano Ansa e Il Mattino, mentre l’imputata – per la quale il pm ha chiesto l’ergastolo – ha proseguito con il mea culpa: “Voglio chiedere scusa, sono mortificata, non ho parole per i miei gesti, non riesco a dare un senso a quello che ho fatto. Non dormo la notte… non me ne sono resa conto, sono arrivata all’estremo, scrivo tutti i giorni a psichiatri e psicologi”.

Rosa Gigante, 72 anni, fu uccisa il 18 aprile 2023 nella sua casa a Pianura, quartiere di Napoli. Stando a quanto ricostruito dall’accusa, la vicina di casa Russolillo avrebbe studiato a tavolino l’omicidio puntando ai soldi della vittima: ragion per cui il sostituto procuratore di Napoli, Maurizio De Marco, ha chiesto per la 47enne l’ergastolo.

Il magistrato, durante la requisitoria, ha ricordato le fasi dell’omicidio avvenuto a casa di Gigante. Un’abitazione messa a soqquadro e dalla quale sono stati sottratti 150 euro e la fede che la 72enne aveva al dito. Secondo il pm “Russolillo aveva bisogno di denaro e andava alla ricerca di possibilità di guadagno: la notorietà acquista dal figlio, il suo successo commerciale, poteva far pensare che la signora avesse denaro riferibile al figlio”. Ecco perché, continua il pm, l’assassinio si può configurare come “un evento programmato ai danni di una vittima facile” che però “si è difesa strenuamente, nel tentativo disperato di sottrarsi al cappio che aveva al collo”.

Un tubicino che Stefania Russolillo “ha avvolto intorno al collo” dell’anziana “con l’intento di strangolarla… la donna si è divincolata e lei l’ha sbattuta contro il muro”. E ancora: “Lei ha portato con sé il tubicino usato per strangolare la Gigante, poi è uscita simulando di andare a fare la spesa, l’azione è stata implacabile: è durata circa 10 minuti e la Gigante è morta per asfissia in circa 5-10 minuti a causa del nodo al collo molto stretto”.

Sempre secondo il pubblico ministero Russolillo non si sarebbe fatta aiutare da complici, e dopo aver ucciso Rosa Gigante “si è recata in bagno, si è lavata le mani e ha lasciato tracce di sangue, abbandonando carta igienica imbrattata su un mobile”. Non solo: stando a quanto emerso dalle indagini, l’imputata avrebbe provato a dare fuoco alla 72enne con l’alcool nel tentativo di far sparire le prove.

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