Ha parlato di una cosa che, ha detto, “è successa a me”. Giovanna Mezzogiorno, ospite de I Lunatici, il programma di Rai Radio 2 condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, ha raccontato il suo corto, Unfitting, che parla “della violenza psicologica subita dalle attrici valutate più per l’aspetto fisico o per l’età che per il talento”. E il punto focale lo spiega l’attrice e regista: “Non ho rancore, acrimonia o rabbia nel raccontarlo. Il corto è leggero, divertente, ironico. Trovo giusto che ci siano delle fasi, un attore lavora molto per vent’anni, poi ha un’altra età e altri ruoli. Questa è la natura della vita. Non dico niente di nuovo, forse l’ho detto in modo diverso. Questa cosa avviene in ogni campo, in ogni redazione, in ogni azienda, in ogni pezzo di società. Le cose non stanno cambiando, al di là delle ipocrisie e del body positive. Il sistema ci impone dei modelli femminili che sono sempre quelli. Non voglio criticare nulla, ma ogni tanto mi sembra di essere in un mondo di mostri. Le donne mi sembrano molto spesso tutte uguali e anche gli uomini non scherzano. Oggettivamente questa società vuole il bello, ma secondo me quello non è il bello”.
Parole importanti, giuste, condivisibili e anzi, necessarie. I canoni di bellezza “ideali” provengono anche dai social e da alcuni modelli, spesso ritoccati da filtri: “Non ho alcun rapporto con i social e questo forse mi precludo tanto. Ma è una mia scelta mia“.
Al Salone del Libro di Torino, Mezzogiorno aveva raccontato le sue esperienze con bullismo e bodyshaming: “All’inizio ero sgomenta. Ma cosa sta succedendo? Mi domandavo. Non pensavo fosse possibile. Tutti mi conoscevano da quando ero nata. Tutti sapevano cosa ero capace di dare sul lavoro. Poi ho preso coscienza. Ok, il mondo va così. Le cose non vanno necessariamente come vogliamo noi”.