Una nuova normativa, di cui nessuno sentiva la necessità, è stata introdotta nella legge finanziaria con l’obiettivo apparente di rendere più trasparente l’erogazione dei farmaci, ma con rischi elevatissimi per la riservatezza dell’atto medico. Fortunatamente le leggi si fanno senza alcun criterio di concretezza, per cui ad oggi nessuna regione è in grado di mettere a punto le strutture informatiche per attuarla.

Secondo questa normativa tutte le ricette, anche quelle che non vengono erogate dal servizio sanitario nazionale, dovranno essere elettroniche quindi tracciate, catalogate e inserite nel fascicolo sanitario elettronico (quindi alla possibile conoscenza di tante persone). Si ritiene che tutti coloro che potranno visionarle, farmacisti, informatici, gestori di database, medico di famiglia segretarie o eventuali altri medici siano tenuti alla privacy. Sappiamo per esperienza che se si vuole riservatezza occorre che solo una o due persone siano a conoscenza di un fatto. Nel momento in cui una moltitudine di individui può accedere a un dato questo non è più nascosto ma alla mercè di tanti.

Riporto il caso di un signore, che a seguito di questo evento è divenuto anni or sono mio paziente. Dirigente d’azienda con uno stipendio molto elevato, un giorno venne chiamato dal proprietario e licenziato (i dirigenti possono esser lasciati a casa in tronco anche se, come controparte, hanno un ritorno economico importante). Il proprietario dell’azienda addusse ragioni generiche e poi aggiunse “così potrai curare i tuoi problemi cardiaci”. Come faceva il proprietario dell’azienda a sapere che il suo amministratore delegato aveva un problema cardiaco che lo aveva portato a posizionare un pacemaker? Il dirigente non ne aveva mai parlato in azienda e neppure con gli amici più fidati.

La notizia poteva provenire dalla struttura ospedaliera di un’altra città ove si era rivolto. Visto che quel signore era molto tosto provò ad andare in fondo alla vicenda cercando di capire chi avesse avuto notizia del suo pacemaker. Oltre ai medici e agli operatori sanitari che lo avevano curato, scoprì che la notizia della sua patologia poteva essere visionata da decine di altre persone dell’ospedale. Inoltre nella sua città dal suo medico di famiglia, potenzialmente altri medici della medicina di gruppo oltre alle loro segretarie. Alla fine, secondo la sua valutazione, una cinquantina di persone potevano avere avuto accesso ai suoi dati.

Una ragazza mi ha parlato del fascicolo sanitario elettronico. Lei aveva fatto opposizione a che venisse inserito il suo esame del sangue da cui risultava una gravidanza in atto. Lei aveva intenzione di abortire per varie ragioni psicologiche che poi abbiamo sviscerato e che ha superato. Mi ha raccontato che a dispetto dell’opposizione all’inserimento l’esame, forse perché procedura automatica, è stato inserito; poi, dopo le sue rimostranze, tolto. Nel frattempo già il suo medico, che tra l’altro è sua zia, sapeva della gravidanza. Ora che è una felice mamma non ci pensa più, ma in quel momento per lei era stato traumatico scoprire che la zia sapeva della sua gravidanza.

Nel caso dei farmaci sono molteplici le situazioni in cui una persona non vuole che si sappia quale farmaco ha acquistato. Si pensi al Viagra e ai suoi analoghi, a certi antidepressivi, ai farmaci per disassuefarsi dall’alcol o dalle droghe. In generale poi ognuno di noi ha delle proprie peculiarità emotive per cui ad una persona può dare fastidio anche che si sappia che lui assume un banale antiipertensivo.

Sono o no cose mie che io assuma o meno quel farmaco! Se voglio tutelare la riservatezza solo io e il medico dobbiamo sapere di quel farmaco e mi recherò in una farmacia ove non mi conoscono.

Il vantaggio addotto legato al fatto che i farmacisti leggeranno meglio le ricette è risibile. L’altro vantaggio sulla presenza di tutti i farmaci sul fascicolo sanitario anche se il paziente anziano si dimentica che li sta prendendo mi pare di poco conto rispetto allo svantaggio di mettere in piazza cose personali. Per non parlare dei rischi legati all’intervento di personaggi, alla Musk per intenderci, che potrebbero controllare un giorno tutta la storia sanitaria di milioni di persone.

Come medico vorrei proporre a tutti i miei colleghi e ai farmacisti la Disobbedienza Civile per non mettere in atto questa legge, a mio avviso contraria al buon senso e alla riservatezza del paziente. Per ora ci viene in aiuto la sciatteria del servizio sanitario che non è in grado di applicare la legge e dei senatori e deputati che non sanno quello che approvano (visto che ora è inapplicabile).

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