Crime

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di Alessandra De Vita
2. “Gli angeli della morte” di Cristina Brondoni - 3/11

2. “Gli angeli della morte” di Cristina Brondoni - 3/11

Basta una semplice iniezione per ammazzare qualcuno, la stessa che dovrebbe dare sollievo e conforto a chi è in cura in un letto di ospedale. La scrittrice Cristina Brondoni, criminologa e consulente in casi di omicidio, ha ambientato la narrazione di questo romanzo crime in corsia, per un saggio pubblicato da Mursia sui cossidetti “angeli della morte”, i serial killer che uccidono non solo negli ospedali ma anche nei nosocomi, nelle case di riposo e negli hospice, iniettando ai pazienti dosi massicce e letali di farmaci o staccando i macchinari che consentono loro di sopravvivere. Le vittime sono i più fragili e anziani che per questo non suscitano il clamore dei media.

Ammazzano donne e uomini già invisibili perché confinati in letti di cura e vengono fermati solo quando il numero di morti diventa tale da risultare visibile e sospetto anche ai più distratti. Gli angeli della morte uccidono per il gusto di farlo, di esercitare il potere di decidere della vita e della morte di un essere umano, e agiscono a caso non risparmiando nemmeno neonati e bambini. Ai killer in corsia dei bambini è dedicato un capitolo del libro, dopo un excursus sui casi d’altri tempi, ottocenteschi e del primo Novecento. L’inchiesta della Brondoni non è limitata ai confini nazionali ma esamina anche gli angeli della morte scandinavi, per poi passare a quelli più noti, perlopiù inglesi o americani. Ci sono poi quelli “normali”, talmente banali da passare inosservati e quelli che agiscono a coppia o in gruppo. L’ultimo capitolo è dedicato agli angeli della morte italiani.

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