Tutti a casa dal 30 novembre, arrivederci al 7 gennaio 2025. O forse anche un po’ più in là: c’è addirittura chi dice che se ne riparlerà almeno a febbraio. Speculazioni? Chissà. È certo però che la previsione fornita dalla Fiom-Cgil a Ilfattoquotidiano.it a fine settembre si sta trasformando in realtà: la fabbrica di Mirafiori lavorerà pochissimo fino al termine dell’anno. Secondo voci sempre più insistenti lo stabilimento torinese di Stellantis chiuderà i battenti a fine mese per riaprire il giorno seguente all’Epifania. La serrata quindi riguarderebbe tutto dicembre, quando il cronoprogramma delle ferie avrebbe previsto lo stop alla produzione dal 19.
Ci sarebbero quindi venti giorni di anticipo, con il contorno di ulteriori ammortizzatori sociali. La vicenda è sempre la stessa: pochi ordini per la 500 elettrica e quindi linee vuote. Così dopo lo stop per tutto il mese di ottobre e il rientro a ranghi ridotti dalla scorsa settimana – turno unico, 170 vetture al giorno prodotte – ora Mirafiori rischia di fermarsi di nuovo. L’azienda non ha ancora confermato le indiscrezioni – anticipate da Mf e Reuters – ma non le ha neanche smentite categoricamente, limitandosi a spiegare che bisognerà comprendere cosa accadrà nelle prossime settimane.
La realtà è tuttavia sempre la stessa: la 500 Bev non ha grandi richieste sul mercato e, nonostante la necessità di aumentare la quota di auto elettriche per evitare le sanzioni Ue, la produzione continua ad andare a singhiozzo. Anche a causa di alcuni fornitori, ingolfati dagli stop and go e quindi lenti nel riuscire a garantire componenti nelle prossime settimane. Un mix di problemi che – secondo voci al momento non confermate – rischia di riflettersi anche sui primi due mesi del prossimo anno: in ambienti sindacali c’è infatti chi ipotizza che Stellantis prepari una maxi-serrata fino a febbraio del sito torinese.
Una sciagura per gli operai, già alle prese con l’incertezza riguardante il contratto di solidarietà in scadenza il 31 dicembre. Sono 3.500 i lavoratori che convivono da luglio con l’ammortizzatore sociale e a 40 giorni dalla scadenza i sindacati sono intenzionati a vederci chiaro sul 2025. Per questo, come apprende Ilfattoquotidiano.it, nelle scorse ore Fim, Fiom, Uilm, Uglm, Fismic e Aqcf hanno inviato all’azienda una lettera nella quale richiedono un incontro per avere delucidazioni riguardo alle intenzioni del gruppo.
I volumi dei primi 9 mesi, riassunti nell’ultimo report della Fim, raccontano in chiaro la crisi dell’impianto: a Mirafiori si sono prodotte 22.240 auto, il 68,4% in meno rispetto alle 70.365 rilevate nel 2023. Il crollo ha riguardato sia la 500 elettrica (20.210 unità contro 63.400) che le Maserati (2.030 unità a fronte di quasi 7mila), che hanno vissuto un vero e proprio tracollo (-95%) rispetto ai massimi del 2017 quando se ne sfornarono 41mila.