Tutto come previsto. Una di quelle partite decise prima ancora di scendere in campo, come se fosse qualcosa di inevitabile e scontato. D’altronde, le sette vittorie nei sette precedenti prima di questa occasione erano già state un’indicazione più che sufficiente. Jannik Sinner contro Alex De Minaur rompe il ghiaccio come meglio non potrebbe in questa edizione delle Atp Finals di Torino. Un 6-3 6-4 senza storia, al termine di una partita senza molto da dire. Martedì sera, alle 20.30, per l’azzurro c’è già l’occasione di chiudere i conti con il passaggio del turno. Battere Taylor Fritz (vittorioso contro Daniil Medvedev) vorrebbe dire approdare già in semifinale.

L’australiano ci ha provato ad impensierire il numero 1 del mondo. È stato persino capace di portarsi avanti di un break, prima di subire l’immediata rimonta e poi essere travolto. De Minaur, come già si era visto nella finale di Coppa Davis 2023 o nella finale del Masters 1000 di Montreal della scorsa stagione, non ha avuto le armi per fare male al tennis di Sinner. Troppo più forte, troppo più autoritario l’altoatesino. È stato l’avversario perfetto per cominciare questa avventura torinese senza particolari pensieri. Il divario tra i due è risultato ampissimo in ogni aspetto: fisico, tecnico e tattico. Una prestazione insomma molto convincente per Sinner, anche perché gli esordi sono sempre delicati da gestire. Basti ricordare quelli a Wimbledon e allo Us Open, quando Yannick Hanfmann e Mackenzie McDonald diedero più di un grattacapo. Questa volta invece tutto si è svolto senza intoppi, seguendo le aspettative della vigilia e quelle del pubblico dell’Inalpi Arena. “È un ottimo inizio per me – ha dichiarato Sinner nel post-gara -, considerando che non giocavo partite ufficiali da quattro settimane. Sono contento di essere riuscito a giocare a questo livello. Sullo slice, sulla smorzata, sul gioco a rete devo ancora crescere. Sul servizio abbiamo alzato l’asticella ma non è ancora come vorrei”.

Eccola quindi la parola d’ordine che esce fuori dopo la prima partita a Torino: alzare l’asticella. Per Sinner i margini di miglioramento sono evidenti, a cominciare dall’approccio al match. Contro l’australiano l’inizio è stato caratterizzato da un break subito evitabile, nato da una serie di errori. Uno scivolone isolato e senza conseguenze, ma che contro avversari più quotati (uno su tutti, Carlos Alcaraz) potrebbe anche costare l’intero set. Sbavature, nervosismi, rigidità comprensibili guardando il contesto generale, ma che devono essere ancora più limitati nelle prossime uscite. Con De Minaur è bastato un buonissimo Sinner, ma per vincere il titolo servirà qualcosa di più. Anzi, servirà ingranare una marcia in più già contro Taylor Fritz, apparso di ottima condizione contro Medvedev e reduce dalla migliore stagione della carriera. Il precedente della finale allo Us Open pone l’azzurro in una posizione di netto vantaggio, ma lo statunitense rappresenta un’insidia (sulla carta) più grande rispetto all’australiano, soprattutto su una superficie come quella del cemento indoor di Torino.

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