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Neonato seviziato dal padre, l’ipotesi degli inquirenti: “Voleva renderlo invalido per ottenere i sussidi”

Neonato seviziato dal padre, l’ipotesi degli inquirenti: “Voleva renderlo invalido per ottenere i sussidi”
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Un movente economico. Voleva rendere invalido il figlio per ottenere i relativi sussidi, il 22enne arrestato giovedì scorso dalla polizia di Padova per maltrattamenti e lesioni aggravate al figlioletto di 5 mesi anche durante il ricovero in ospedale. Questa l’ipotesi investigativa su cui sta indagando la Squadra mobile padovana dopo aver arrestato l’uomo in flagranza di reato, mentre per l’ennesima volta stava mettendo le dita in gola al figlioletto e gli schiacciava lo sterno per procurargli problemi respiratori permanenti. Tutto questo sotto gli “occhi” delle microcamere installate dai poliziotti con la collaborazione dei sanitari del reparto di Pediatria, che avevano notato che tutte le volte il bimbo stava migliorando aveva delle improvvise ricadute che coincidevano con le visite del padre in stanza.

Il 22enne di origine sinti, residente a Camisano Vicentino (Vicenza), è attualmente in custodia cautelare in carcere al Due Palazzi e avrebbe agito all’insaputa della compagna di 20 anni con cui ha un altro figlio di tre anni. Il piccolo intanto è ancora ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Padova e nei prossimi giorni sarà eseguita una perizia medico-legale sul bimbo. Il neonato è tuttora ricoverato. “È una vicenda sconvolgente – aveva detto il questore della città euganea, Marco Odorisio:- sulla quale è difficile, se non impossibile trovare una spiegazione. I genitori sono coloro che dovrebbero curare e proteggere i figli, farli sentire al sicuro. Umanamente è una cosa che fa molto male”. Era subito dopo l’arresto e gli investigatori ancora non aveva capito perché degli abusi.

Era stato il genitore ad accompagnare il figlio qualche giorno fa al pronto soccorso di Padova, per problemi respiratori. Ma durante la visita, i medici pediatri si sono accorti che qualcosa non andava: il cavo orale del neonato presentava delle lesioni che parevano segno di mutilazioni, inspiegabili. Non avevano perso tempo e come da protocollo hanno segnalato il fatto al posto di polizia dell’ospedale, e da qui alla Questura.

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