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“Mi chiusi in un armadio per tirare di coca. All’improvviso una cameriera aprì le ante e, vedendomi, si mise ad urlare”: l’attrice Whoopi Goldberg racconta la sua dipendenza

Si chiama “Bits and Pieces: My Mother, My Brother, and Me" l'autobiografia nella quale la premio Oscar racconta la lotta con le dipendenze

di F. Q.

“La cocaina non sembrava pericolosa”. Così Whoopi Goldberg ha raccontato la sua dipendenza da questa sostanza ma anche dall’alcool nella sua autobiografia “Bits and Pieces: My Mother, My Brother, and Me“. L’attrice 68enne scrive: “Potevo scegliere quello che volevo, file di cocaina erano disposte sui tavoli e sui ripiani del bagno, a disposizione di tutti”. Possibile che esistano feste del genere? Sì, nella Hollywood degli anni ’80 dove tutti erano “tranquilli e rilassati, perché sapevano che la polizia non sarebbe arrivata”. La lotta contro la dipendenza, durissima, soprattutto quando si rende conto che la cocaina è pericolosa eccome: “Iniziò a prendermi a calci nel sedere e cominciai ad avere le allucinazioni. Una volta mi sembrò di vedere una creatura mostruosa in agguato sotto il letto e se mi fossi alzata, mi avrebbe attaccata. Così non mi mossi dal letto per ventiquattrore”. Il momento in cui ha smesso? “Mi chiusi in un armadio per tirare di coca e all’improvviso una cameriera aprì le ante e, vedendomi lì seduta, si mise ad urlare. Io balzai in piedi e mi vidi in uno specchio tutta sporca di cocaina. Fu come uno schiaffo in faccia. Sapevo che per ripulirmi avrei dovuto cambiare amici e rinunciare ai party. Ma potevo farlo, perché non volevo morire”.

“Mi chiusi in un armadio per tirare di coca. All’improvviso una cameriera aprì le ante e, vedendomi, si mise ad urlare”: l’attrice Whoopi Goldberg racconta la sua dipendenza
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