“Mi alleno per ammazzare davvero”. Era il pensiero sintetizzato di un ragazzino che giocando alla Playstation parlava con altri utenti online, suoi presunti camerati, affermando che si stava preparando a uccidere la gente nella vita reale. Poi, tra un partita e l’altra leggeva agli altri una filastrocca in inglese sul numero di bambini ebrei che potevano essere bruciati. Questi sono alcuni degli elementi raccolti dagli investigatori della Digos e della Polizia postale di Torino, coordinati dalla Procura dei Minori, che hanno portato il giudice per le indagini preliminari ad applicare nei confronti di un 18enne la misura cautelare della permanenza in casa. Il giovane è accusato di aver costituito e diretto un gruppo Telegram, con chiara connotazione suprematista, di esplicito orientamento nazifascista, razzista, omofobo e antisemita.

L’inchiesta europea – L’inchiesta è uno sviluppo dell’indagine relativa alla vasta operazione internazionale di polizia coordinata dalle Agenzie Eurojust e Europol, che il 9 novembre 2023 ha permesso di smantellare un network di internauti denominato “Sturmjager Division“, attivo in almeno in sei Paesi europei (Belgio, Lituania, Croazia, Romania, Germania ed Italia), pronti a commettere atti violenti. Studente insospettabile, quando ancora era minorenne, era finito nei guai. La Digos e la polizia postale avevano perquisito i due alloggi dove vivono i genitori separati del ragazzo. Nel corso delle perquisizioni erano state sequestrati, oltre a materiale d’area, computer e cellulari, repliche di armi softair, un pugnale con impressi effigi e simboli del nazismo. L’altro giovane suprematista invece è residente nel Salernitano e anche lui ha ricevuto una misura di permanenza in casa.

Armi e odio – Sulle chat, individuate a novembre e contraddistinte da una forte proiezione alla violenza nonché dal ricorso ai simbolismi d’area tra cui la svastica, la “skull mask” e il “sole nero”, erano stati pubblicati veri e propri manuali per l’attacco e il sabotaggio delle infrastrutture critiche nonché istruzioni per la fabbricazione di armi, in particolare ordigni, bombe molotov e sostanze chimiche corrosive. In questo contesto virtuale, gli internauti hanno mostrato inclinazione all’odio, rendendosi disponibili anche a commettere reati nel nome delle ideologie professate e a colpire ebrei, musulmani e chiunque fosse considerato di “razza inferiore”, coltivando un vero e proprio “culto” verso suprematisti resisi responsabili di gravi attentati terroristici, come la strage di Utoya (Norvegia) del 2011 e quella di Christchurch (Nuova Zelanda) del 2019.

Le indagini sugli italiani – Nel nostro Paese, l’attività investigativa delle Digos e della Polizia Postale aveva portato alla perquisizione nei confronti di questi due minorenni, transitati inizialmente all’interno del network e in seguito fuoriusciti per aderire a un altro gruppo Telegram di uguale matrice. Dall’ulteriore sviluppo dell’attività di indagine, sono emersi nuovi elementi a carico dei due indagati in merito alla concreta pericolosità della loro propaganda, all’”ossessione” per gli attentati di natura suprematista, al “fastidio” per gli immigrati nonché all’avversione per gli ebrei. Pertanto, i Tribunali per i Minorenni di Salerno e Torino hanno disposto due misure cautelari.

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