Televisione

Virginia Raffaele e il monologo sull’omo-transfobia: così l’attrice ha dato voce a chi, nel 2024, ancora voce non ha

Un messaggio potente, che solo un grande saltimbanco come la Raffaele poteva lanciare in questa maniera inaspettata. La bomba è scoppiata

di Francesco Canino

Virginia Raffaele lo aveva annunciato: “Durante la seconda puntata dello show tiriamo una bomba”. E ha mantenuto la promessa. Così, venerdì sera in Colpo di luna, lo show di Rai1 che segna il suo ritorno al varietà sette anni dopo Facciamo che io ero, ha fatto rinascere l’amatissima poetessa transessuale Paula Gilberto Do Mar. Ed è proprio servendosi di questa caricatura – per altro lanciata a Quelli che il calcio, all’epoca della conduzione di Victoria Cabello -, che la Raffaele ha sganciato la bomba. La maschera diventa ancora una volta lo strumento per graffiare, per tirare un pugno dritto alla bocca dello stomaco della società e della politica (eternamente immobile e ipocrita). È la storia del teatro, bellezza, e la Raffaele da attrice di razza qual è, si serve dello stratagemma dell’apparente leggerezza per sganciare un carico da novanta a proposito di un tema che le sta a cuore: la paura del diverso, i diritti negati, l’omo-transfobia, la discriminazione.

“Mi chiamo Paula Gilberto Do Mar e sono poesia. Sono nata poesia e non è colpa mia. Sono un modo diverso di raccontare la vita. Quello che non riesci a dire in prosa, la parola che hai sulla lingua e non ti viene. Ma se ci sono io… viene. Sono un modo diverso di dire lo stesso. Se tu dici dolore io dico compianto; se tu dici danziamo io dico baila; se tu dici colora io dico pigmento. In un mare di luci io sono la trota; in un nido di merli, io sono il cuculo. Ci sono da prima della ruota, io sono presente e sarò futuro”, dice la poetessa più surreale della tv. E ancora, citando Anna Oxa e la sua Un’emozione da poco: “Sono nata così, sono un’altra cosa. Mi volevano noiosa, mi volevano prosa. Nasco pittore, mi volevano imbianchino, ma io non cambio il pennello, io rimango Arlecchino. Non sono una povera illusione, un pensiero banale, ma qualcosa che rimane. Per me, per me, più che normale. Che un’emozione da poco mi faccia stare male, una parola detta piano basta già… ”.

Poi quell’urlo – “frocio!” – che arriva dritto come uno schiaffo in pieno volto. Ed è lì che Paula Gilberto Do Mar/Virginia Raffaele travolge e spiazza tutti con parole che graffiano il cuore e danno voce a chi voce, nel 2024, ancora non ce l’ha. “Ed io non vedo più la realtà, non vedo più a che punto sta la netta differenza tra l’essere me stessa e la più stupida ignoranza. Chi mi vede diversa, si crede normale, ah? Mi hanno detto di tutto, mi hanno chiamata animale. Papà, guardami qua, non sono più nascosta, sono realtà. Quante volte hai pregato chiedendo al tuo Dio che io fossi diversa, che non fossi più tuo. ‘Rossetto profumo, le gonne più corte Gilberto, perché non hai trovato la morte?’. Sono stata spezzata nella voglia di vita ma mi sono aggiustata, mi sono capita. Ciò che si rompe si può riparare, ciò che si odia si impara ad amare. Mi chiamo Paula Gilberto do Mar e sono poesia. Voi dite la vostra che io ho detto la mia”. Un messaggio potente, che solo un grande saltimbanco come la Raffaele poteva lanciare in questa maniera inaspettata. La bomba è scoppiata.

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