di Saverio Mauro Tassi

È in voga chiamare neoliberali i regimi economico-politici occidentali contemporanei. Ma si tratta di un parlare a vanvera. Infatti, per esempio, mentre gli attuali regimi cosiddetti neoliberali fomentano la guerra russo-ucraina, il pensiero liberale classico, a da John Locke a Ludwig von Mises e oltre, si è sempre pronunciato contro la guerra e per la pace.

L’anti-bellicismo dei pensatori liberali si fonda su un argomento economico-utilitaristico: la guerra non è mai conveniente, perfino se vittoriosa, perché i suoi costi – immediati e successivi – sono sempre superiori ai suoi benefici. Si può ritenere, legittimamente, che questa motivazione dell’opzione pacifista sia riduttiva, ma sarebbe irragionevole dedurne che il liberalismo, e perfino il liberismo (orrore!), non è pacifista.

Obiezione! Margaret Thatcher non era liberale e liberista? E non ha forse scelto di fare guerra all’Argentina? Replica: attenzione! Sto parlando di pensatori liberali, non di politici opportunisti che si autodefiniscono liberali a scopo di propaganda, senza in realtà esserlo, o quanto meno senza esserlo del tutto.

Aggiungo un argomento a maggior ragione: i pensatori liberali, e perfino liberisti (orrore! orrore!), sono sempre stati contrari anche al colonialismo e all’imperialismo, e non solo perché implicano la guerra ma anche solo perché di per sé economicamente sconvenienti e politicamente controproducenti. A corredo, alcune citazioni comprovanti quanto sostenuto.

“L’effetto naturale del commercio è di portare alla pace. Due nazioni che hanno tra di loro rapporti commerciali si rendono economicamente dipendenti: se una ha interesse di comprare, l’altra lo ha di vendere, e tutte le unioni sono fondate sui bisogni reciproci.”
Montesquieu, Lo spirito delle leggi, 1748

Follia e ingiustizia sembrano essere stati i principi informatori dei primi insediamenti di quelle colonie [americane]; la follia di mettersi alla caccia di miniere d’oro e d’argento e l’ingiustizia di ambire al possesso di un paese i cui inermi abitanti, ben lungi dall’aver danneggiato la popolazione europea, avevano accolto i primi avventurieri con gentilezza e ospitalità.”
Adam Smith, La ricchezza delle nazioni, 1776

“La libertà all’interno, la pace all’estero. Il piano è tutto qui.”
Frédéric Bastiat, Peace and Freedom or the Republican Budget, 1849

“Non sono le ‘nazioni’ a erigere gli imperi, ma degli uomini. Il problema che abbiamo di fronte è scoprire gli uomini, le minoranze attive e interessate in ogni nazione, che sono direttamente interessate all’imperialismo, e poi analizzare le ragioni per cui le maggioranze pagano le spese e combattono le guerre necessarie all’espansione imperialistica.”
P.T. Moon, Imperialism and World Politics, 1926.

“L’obiettivo della politica interna del liberalismo è identico a quello della politica estera. Il liberalismo persegue la cooperazione pacifica tanto nei rapporti interni degli Stati quanto nelle relazioni tra gli Stati. (…) La guerra distrugge soltanto, non può mai costruire. [Il liberale] è convinto che una guerra vittoriosa sia un male anche per il vincitore e che la pace sia pur sempre preferibile alla guerra.”
Ludwig von Mises, Liberalismo, 1927.

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