La maggioranza di centrodestra forza la mano e impone la convocazione in commissione di Vigilanza del direttore Approfondimento della Rai, Paolo Corsini, e del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci. Le forze di governo, indispettiti dalle prime puntate della trasmissione di Rai3, hanno deciso di mettere ai voti la convocazione, anche contro il parere dell’opposizione. Così è arrivato il via libera solo di FdI, Fi, Lega e Noi Moderati. Il calendario dovrebbe essere deciso giovedì mattina in un altro ufficio di presidenza. “È un atto intimidatorio nei confronti della libera informazione”, hanno protestato gli esponenti M5s in commissione di Vigilanza.

Le polemiche della maggioranza hanno riguardato i servizi sul presidente del Senato, Ignazio La Russa, e sulla ministra Daniela Santanchè. Ma anche, nella trasmissione di domenica scorsa, quello sull’eredità di Silvio Berlusconi con un focus sul ruolo di Marta Fascina. La Russa aveva già annunciato una querela per diffamazione preventiva nei confronti della trasmissione di Ranucci, ancor prima che il servizio andasse in onda. La trasmissione tv ha ricostruito i legami del padre di La Russa con alcuni finanzieri, come Michelangelo Virgillito e Raffaele Ursini, ipotizzando rapporti anche con un banchiere come Michele Sindona, fino a registrare le rivelazioni del capomafia Luigi Ilardo ha fatto al colonnello dei carabinieri, Michele Riccio: nel 1994 Cosa nostra avrebbe dato indicazioni di votare, nella Sicilia orientale, Antonino La Russa e suo figlio Vincenzo, fratello di Ignazio. Il presidente del Senato ha definito Report e Ranucci “calunniatori schifosi.

Su Report sono andate in onda anche le registrazioni dei colloqui tra Federica Bottiglione, l’ex dipendente di Visibilia che ha fatto causa all’azienda, e Dimitri Kunz, compagno di Daniela Santanchè e all’epoca ad di Visibilia, sulla “furbata” dell’uso della Cassa integrazione Covid nell’ex gruppo della ministra del Turismo denunciata dal Fatto Quotidiano già il 5 novembre dell’anno scorso. Tra i parlamentari di centrodestra questa mattina si è diffusa, tra l’altro, la notizia, rilanciata dal Foglio, di un’inchiesta in arrivo anche sul ministro Francesco Lollobrigida, cognato di Giorgia Meloni, con dettagli sulla sua vita privata, oltre che di un possibile asse tra Ranucci e Antonio Ricci, che attraverso Striscia La Notizia ha diffuso gli audio dell’ex compagno della premier Andrea Giambruno. Notizie smentite dal conduttore a Un giorno da pecora: “Ieri ho chiamato direttamente Lollobrigida per dirgli che non era vero nulla – ha detto -, abbiamo avuto una conversazione piacevolissima, il ministro è una persona simpatica” e “mi ha semplicemente ringraziato”.

La maggioranza ha deciso comunque di forzare la mano, ottenendo così la convocazione di Ranucci e Corsini per dare spiegazioni sulle inchieste svolte. In ufficio di presidenza, la presidente Barbara Floridia si è opposta alla richiesta in relazione a una singola trasmissione, ritenendola inopportuna, e proponendo di inserirla eventualmente nell’ambito di una serie più ampia di audizioni per avere un quadro complessivo sulle scelte editoriali ed evitando di trattare un caso specifico. La maggioranza si è però opposta. “È un precedente grave che apre la porta a una interpretazione distorta e strumentale delle funzioni della commissione – hanno affermato gli esponenti M5S in commissione di Vigilanza -. Chi si ritiene diffamato si rivolga eventualmente a un giudice, ma la Vigilanza non può essere utilizzata come un tribunale dell’inquisizione“. Di parere opposto il senatore di FI, Maurizio Gasparri. Ranucci ed altri dirigenti della Rai – ha sostenuto – “non potranno avvalersi del segreto professionale trattandosi del servizio pubblico che, con notizie inventate, denigra una forza politica presente in Parlamento”.

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