“In questo primo anno di governo Meloni mettendo in fila le misure viene da chiederci cosa abbia questo governo contro il Sud“. Ad attaccare l’esecutivo è stata la segretaria del Pd, Elly Schlein, in videocollegamento nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei deputati sul Decreto legge Sud, all’esame di Montecitorio. “A partire dalla prima manovra – ha continuato la segretaria dem – ma anche dal Decreto lavoro del primo maggio, hanno scelto di contrastare i poveri e non la povertà, smantellando l’unico strumento disponibile come il reddito di cittadinanza”. Per poi sottolineare “i giochi di prestigio per rinviare a oltranza il dibattito sulla proposta unitaria delle opposizioni sul salario minimo“.
“Vogliono andare avanti a spallate con il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, continueremo a contrastarlo con ogni forza perché è un provvedimento che vuole ulteriormente spaccare un Paese che ha bisogno invece di essere ricucito”, ha continuato Schlein. Insieme alla segretaria, collegata da remoto, sono intervenuti i due capigruppo di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, il responsabile coesione territoriale e Sud, Marco Sarracino e il capogruppo in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano.
“Il decreto del governo è un’occasione persa: scelte sbagliate, se non dannose, a partire dalla decisione sulla Zes (Zona economica speciale, ndr) unica, senza risorse adeguate. Insieme all’Autonomia differenziata il Decreto Sud sarà un fronte di battaglia del Pd, e ci auguriamo di tutte le opposizioni”, ha rivendicato Braga. Mentre Boccia ha accusato “l’atteggiamento di bullismo parlamentare dei ministri Roberto Calderoli e Raffaele Fitto“: “Da un lato Calderoli spacca l’Italia in mille pezzi, mentre Fitto accentra la cassa. Visioni di sviluppo del Mezzogiorno zero, comune denominatore tra i due ministri è la divisione chirurgica della gestione finanziaria del potere. Una sorta di film dell’orrore che abbiamo già vissuto, ci ricorda il periodo 2008-11”. Per questo, auspica Boccia, ci sarà un lavoro comune in Parlamento per emendamenti condivisi con le altre opposizioni, anche sulla legge di bilancio, “su salari, ambiente, Pnrr”.
Se il Pd accusa il governo Meloni, invece, preferisce snobbare le nuove accuse del presidente campano Vincenzo De Luca, che si era scagliato contro il suo partito e i vertici, accusando gli stessi dem di restare silenti proprio sul Mezzogiorno e di non essere ancora un’alternativa credibile di governo: “Risposta anche a De Luca? Per noi il tema del Mezzogiorno è centrale, continueremo a incalzare il governo in maniera compatta, anche con il contributo dei nostri amministratori”, ha replicato Braga, tagliando corto sulle accuse del governatore. Poi, a microfoni spenti, in casa dem c’è chi replica sarcastico: “Su De Luca adottiamo ormai una tattica zen, meglio non rispondere ai suoi insulti e alle sue offese quotidiane“.
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