Alla proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo, che era stata rimandata in Commissione dopo un breve passaggio nell’Aula di Montecitorio, è stato ora abbinato il progetto di legge di Forza Italia firmato dal capogruppo Paolo Barelli. Il testo non fissa un salario minimo per legge, che Pd-M5s-Avs identificano in 9 euro l’ora, ma prevede, per le attività non coperte dalla contrattazione collettiva, l’applicazione di una retribuzione equivalente a quella prevista dal contratto del settore di riferimento o all’importo che risulta dalla media dei contratti collettivi applicati in settori equivalenti. L’esame prenderà il via in Commissione il 25 ottobre.

“Avevamo detto che il ritorno in Commissione fosse una mossa per fare il contrario di ciò che è scritto nella nostra proposta – commenta il capogruppo di AVS in Commissione Lavoro della Camera, Franco Mari – e i fatti lo confermano. Con l’abbinamento, al testo dell’opposizione, dell’unico provvedimento della destra, quello di FI, la maggioranza ha gettato la maschera. Proveranno a stabilire così il lavoro povero per legge. Non hanno avuto il coraggio e la forza di farlo prima perché aspettavano l’aiutino di Brunetta”. “Da un lato – osserva l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando (Pd) – si smaschera la retorica usata dalla destra sinora e, dall’altro, non si risolve il problema compiutamente. Anzi”.

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