Domani, domenica, Vincenzo De Luca chiuderà la Festa dell’Unità di Napoli. Appuntamento atteso, toni alti garantiti. Perché all’orizzonte ci sono le Europee, il terzo mandato che il presidente della Campania rivendica un giorno sì e l’altro pure, il congresso regionale chiesto da mesi (che è poi la strada maestra per arrivare all’obiettivo). La tre giorni napoletana si chiude però con qualche novità, rispetto agli equilibri politici tra lui e la segreteria del Pd. Perché Antonio Misiani, mandato ad aprile come commissario da Elly Schlein, ha annunciato che il congresso ci sarà tra gennaio e febbraio. Mentre Susanna Camusso, commissaria di Caserta, sta lavorando per riaprire il tesseramento in città, dopo il caso delle tessere gonfiate per il congresso. L’annuncio, però, non è stato né confermato né smentito da Schlein.

Perché se è vero che non si può tenere bloccato un partito, è pur vero che dal territorio raccontano come in realtà non sia stato risolto alcuno dei problemi che aveva portato la Schlein a commissariare la Campania: i “cacicchi” e “signori delle tessere” sono ancora tutti lì. Ma poi, c’è un percorso iniziato dall’iniziativa contro l’autonomia differenziata organizzata dal Pd a Napoli a luglio, quando alcuni big riformisti (Stefano Bonaccini, Antonio Decaro, Alessandro Alfieri) incontrarono alcuni assessori della giunta De Luca (il presidente aveva scelto di disertare l’iniziativa) per chiedere di arrivare alla pace con il Nazareno. Ora gli stessi sono convinti che Schlein debba tendere il ramoscello d’ulivo a De Luca, che non è uno che i dem possono pensare di perdere senza conseguenze. Mentre c’è chi è convinto che la segretaria stia trattando per evitare che alle Europee dirotti i suoi voti su altre liste.

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